Una riunione a Palazzo Chigi e la mediazione del premier Mario Draghi hanno posto le basi per quel compromesso sui licenziamenti che mercoledì, ultimo giorno utile, in consiglio dei ministri dovrà essere trasformato in un decreto. Il punto di caduta prevede il blocco dei licenziamenti selettivo, con un aumento degli strumenti di protezione di aziende e lavoratori. In pratica, ci sarà lo sblocco per i settori in ripresa, come industria manifatturiera ed edilizia, mentre lo stop con cassa covid resterà fino al 31 ottobre per i comparti genericamente legati alla moda, come tessile, calzature, pelletteria.
E anche per le aziende in stato di crisi (come quelle che hanno terminato gli ammortizzatori sociali), che potranno però chiedere 13 settimane di Cigs gratuita. Secondo alcune ricostruzioni, nel corso dell’incontro, fra le varie forze di maggioranza ci sono stati momenti di distanza. Come quando fra i componenti del governo è stato fatto un ragionamento sulla possibilità di una proroga tout court del blocco per due mesi. All’ipotesi si sarebbero detti favorevoli Andrea Orlando (Pd), Stefano Patuanelli (M5s), Roberto Speranza (Leu) e Renato Brunetta (FI). Ma è stata respinta da Giancarlo Giorgetti (Lega) e Elena Bonetti (Iv). Non c'è stato il momento della verità, non ci sono stati voti. Alla fine è passata la proposta portata la tavolo dal ministro Orlando e che recepiva le indicazioni di Draghi. «Abbiamo deciso di porre fine blocco dei licenziamenti, pur con una serie di eccezioni legate ai settori più in crisi», ha sintetizzato il ministro Brunetta. "Quello di oggi sembra buon compromesso», è stato il segretario del Pd Enrico Letta. Per Orlando, «la discussione è andata nella direzione giusta: aumentare gli strumenti di protezione e rendere meno traumatico il superamento del blocco dei licenziamenti, offrendo strumenti alle imprese e ai lavoratori per gestire le crisi. È importante anche che le misure saranno sottoposte al confronto con le parti sociali».
Il clima è infatti di fibrillazione. Ai sindacati la soluzione uscita dalla cabina di regia non basta. In questi giorni hanno incontrato gli esponenti politici per trovare sponde alla loro richiesta di un proroga per tutti fino all’autunno del blocco dei licenziamenti. "Con i leader della di Cgil, Cisl e Uil è stato un incontro positivo - ha spiegato il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, dopo il faccia a faccia - Abbiamo ribadito la nostra contrarietà a un blocco generale dei licenziamenti, ma siamo favorevoli ad un’azione delle imprese per usare tutti gli strumenti possibili come la Cigo e la Cassa Covid prima di avviare i licenziamenti». Anche per preparare il terreno a un provvedimento atteso con una certa apprensione, il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha preparato una tabella di marcia di avvicinamento a mercoledì: a partire da domani incontra le parti sociali, nel pomeriggio a Palazzo Chigi saranno ricevuti i sindacati. Nel corso della cabina di regia è stato affrontato anche il tema Alitalia: il decollo della nuova compagnia, Ita, è previsto per ottobre. Nel frattempo è in arrivo un nuovo prestito ponte ed è stato sciolto il nodo dei biglietti 'emessi ma non goduti dagli acquirenti: arriverà un fondo con le risorse che consentiranno di "riproteggere" i passeggeri anche su altri vettori, in linea con le richieste di discontinuità dell’Ue. Mentre è stato deciso che l’operazione cashback si fermerà il 30 giugno con il pagamento delle somme accumulate con i pagamenti delle carte di debito e credito e con il "superpremio" da 1.500 euro ai maggiori utilizzatori. Sembra quindi destinata a non trovare spazio l’operazione prevista per il secondo semestre dell’anno. Infine, ci sarebbe stato una valutazione "favorevole" all’estensione di due mesi, fino al 31 agosto, del blocco delle cartelle esattoriali.
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