Il corpo di Chiara Gualzetti era ai margini di un bosco, a meno di un chilometro da casa, nel parco dell’Abbazia di Monteveglio, zona di colline nel Bolognese, vicino al confine con Modena. Lo hanno trovato nel pomeriggio i volontari che da alcune ore stavano cercando la ragazza. Fra un mese avrebbe compiuto 16 anni e la famiglia la stava cercando da ieri mattina, da quando si era allontanata, forse per un appuntamento con un amico. C'è, infatti, un ragazzo minorenne nel mirino degli investigatori per l’omicidio di Chiara Gualzetti, la 16enne trovata morta a Monteveglio dopo essersi allontanata da casa ieri mattina. Un incontro su cui sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri della compagnia di Bologna Borgo Panigale e del nucleo investigativo del comando provinciale, coordinati dal pm Marco Imperato della Procura ordinaria. Ma la vicenda è seguita da vicino anche dalla Procura per i minorenni. Il corpo di Chiara presentava ferite da arma da taglio al collo e sembra altre lesioni, come se qualcuno l’avesse picchiata. L’omicidio è la pista prevalente degli inquirenti, anche se non si escludono totalmente altre ipotesi, come il suicidio. Tuttavia non è stato trovato alcun biglietto. Le forze dell’ordine sono state avvisate della scomparsa della ragazza ieri pomeriggio dai genitori. Gli appelli sono stati condivisi sui social e rilanciati anche dal sindaco del Comune di Valsamoggia, Daniele Ruscigno. «Una tragedia per tutta la famiglia e per l’intera comunità», ha scritto dopo qualche ora, quando è stato trovato il corpo senza vita di Chiara. La famiglia vive in una casa nell’abitato di Monteveglio, ai piedi della collina del parco che termina in cima con l’Abbazia dell’XI secolo, edificio monastico fondato da Matilde di Canossa e un piccolo borgo medievale, costruito su uno sperone di roccia. Una zona isolata, ma non sperduta. Anzi, abbastanza frequentata, soprattutto nei weekend. Terra di ciliegie e di passeggiate, anche ieri, domenica, è stata frequentata da diverse persone in particolare nei sentieri del parco regionale. Tra le cose che si stanno cercando di capire è quando Chiara sia morta, proprio perché ieri è passata gente e forse qualcuno avrebbe potuto notarla prima. I carabinieri stanno sentendo diverse persone. Stanno indagando sugli ultimi contatti della ragazza che sui social appare con un volto da bambina. Ci sono immagini sorridenti di quando era impegnata con gli "Arcieri del Melograno", una compagnia di arcieri che frequentava da un paio d’anni, inserita nel circuito delle rievocazioni storiche che organizzava corsi per principianti nella palestra di Monteveglio, di cui sembrava essere molto fiera. Amante della musica, degli animali, delle passeggiate con l’amica del cuore nei boschi e nelle campagne vicino casa. Ma non mancano, più recentemente, espressioni più cupe e malinconiche, da cui emergono sensibilità, ma anche un imprecisato disagio: «Mi dicono che ho un bel corpo, mi dicono che sono intelligente e bella... E va sempre a finire che quando lo dicono, lo dicono per approfittarsi del mio corpo e della mia intelligenza... Oppure spariscono perché si stancano di provare a usare il mio corpo e si stancano della mia intelligenza», scriveva qualche mese fa. A inizio 2020 Chiara raccontava di una sua ingenuità, di «errori», di una forza che non riusciva a trovare per affrontare chi, sue parole, la tormentava «da anni con le prese in giro». Proprio scandagliando i social gli investigatori stanno cercando di dare un’identità alle sue frequentazioni, per sciogliere un mistero di una morte che lascia nella disperazione una famiglia: «Non me la sento ho bisogno di stare un attimo tranquillo», ha detto ai giornalisti il padre Vincenzo, insieme alla moglie, raggiunto da alcuni parenti e amici nella loro casa vicino alla collina.