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Corte Usa annulla condanna Bill Cosby, schiaffo al #MeToo. Torna in libertà

Bill Cosby torna un uomo libero. La Corte Suprema della Pennsylvania annulla la sua condanna per violenza sessuale e il "Papà d’America" esce dal carcere, in quello che è un pesante schiaffo al movimento del #MeToo di cui il caso Cosby è stato il primo procedimento legale di alto profilo. Secondo i sette membri della Corte Suprema della Pennsylvania all’83enne Cosby è stato negato un giusto processo. I giudici, nella loro opinione contenuta in 79 pagine, scrivono che un accordo a non procedere era stato siglato con un precedente procuratore e che, quindi, Cosby non sarebbe dovuto essere accusato e condannato. Alla luce di questa violazione dei suoi diritti, l’attore «va rilasciato e ogni futuro procedimento riguardante queste particolari accuse va vietato», scrive il giudice David Wecht, mettendo in evidenza come questo è «l'unico rimedio che può completamente riportare Cosby allo "status quo ante".

L’ex «papà» buono del piccolo schermo a stelle e strisce, all’apice della sua carriera negli anni ottanta, sdoganò negli Stati Uniti il tabù della razza. Il suo show a puntate «Bill Cosby Show», che in Italia arrivò con il titolo di Robinson, raccontava le avventure serio-comiche di una famiglia di afro-americani, trattata con la stessa naturalezza e «normalità" di una famiglia bianca. La sua immagine poi è crollata sotto il peso delle donne che, sull'onda del #MeToo, si sono fatte avanti e lo hanno denunciato. Il caso della Pennsylvania riguarda una ex dipendente della Temple University, Andrea Constand, di cui Cosby era mentore. La donna denunciò di essere stata drogata con barbiturici e poi violentata da Cosby nel 2004. Nel 2018 l'attore fu condannato a scontare fra i tre e i dieci anni di carcere per l’accaduto, ma non si arrese. I suoi legali presentarono infatti appello ma senza successo: nel 2019 la sua richiesta di annullare la sentenza fu respinta.

E ora dopo due anni di carcere torna in libertà. Il processo a Cosby è stato il primo di alto profilo nel nascere del movimento #MeToo, che ha fatto cadere molte teste a Hollywood inclusa quella del potente Harvey Weinstein. La sua condanna era stata accolta come un trionfo dalla lunga serie di donne che ha accusato, nel corso degli anni, il Papa d’America. Sono state infatti almeno 25 quelle che gli hanno puntato il dito contro per averle violentate o molestate sotto l’effetto di droga e alcol. Tante attrici e almeno una top model, Beverly Johnson, che nel 1974 fece la storia come la prima supermodella nera sulla copertina di Vogue. Nella maggior parte dei casi con lo stesso metodo: la droga in una bibita o un cocktail. Per loro ora l’incubo si riapre e la ferita non si richiude.

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