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Scatta il green pass per viaggiare nell'Ue. E per i bambini? Ecco quando serve la certificazione verde

Non solo viaggi. Raccomandato per concerti, teatri e ristoranti

La corsa dell’Europa per salvare l'estate taglia il traguardo. A soli tre mesi e mezzo dal primo coraggioso ma dibattuto annuncio di Bruxelles, è tutto pronto per l’esordio del green pass Covid, il lasciapassare pensato per ridare agli europei la libertà di viaggiare nel Vecchio Continente dopo la paralisi causata dalla pandemia. E per ripopolare spiagge, città, montagne e luoghi d’arte aiutando il turismo a rialzare la testa dopo il periodo peggiore che si possa ricordare a memoria (l'Onu ha stimato perdite globali per oltre 4 mila miliardi).

Quando serve e come si ottiene il green pass per i bambini?

Sotto i 2 anni non c'è obbligo di green pass. Tra i 6 e i 12 si può fare un tampone, sopra i 12 anche un vaccino. Tutti possono avere il pass se guariti dal covid da massimo sei mesi.

Resta ancora da chiarire cosa fare per chi è tra i 2 e i 6 anni, per cui non si può fare il tampone. Una interpretazione corrente delle norme è che i genitori possono ottenere il pass per loro automaticamente se si sono vaccinati, inserendone il codice della tessera sanitaria sul sito del green pass (Dcg.gov.it); ma al momento è solo una possibilità teorica. Dal call center del green pass suggeriscono di verificare con il Paese dove si intende viaggiare.

Sul sito Ue dedicato al green pass si ricorda che l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha dato il via libera all'uso del vaccino BioNTech Pfizer per i bambini di 12-15 anni, e si precisa che  "anche i bambini possono ricevere un certificato. Questi certificati possono essere scaricati dai genitori e archiviati nell'app per smartphone".

"Il 31 maggio la Commissione - si legge ancora nelle pagine ufficiali del green pass - ha proposto che i minori che viaggiano con i genitori siano esentati dalla quarantena quando i genitori non devono sottoporsi a quarantena, ad esempio a causa della vaccinazione. Anche i bambini sotto i 6 anni dovrebbero essere esentati dai test relativi al viaggio".

 

Cosa cambia da oggi nell'Unione europea

Valigie alla mano, da oggi basta avere con sé il pass in formato cartaceo o digitale per varcare i confini nazionali e non essere più soggetti a restrizioni. Ma non solo: rispetto all’idea iniziale di usarlo soltanto per i viaggi, ora Bruxelles incita gli Stati membri a mettersi d’accordo e adoperare il documento anche per garantire in sicurezza l’ingresso a concerti, festival, teatri e ristoranti. Scongiurando il tanto temuto «rischio di confusione e frammentazione», tratto troppo spesso tipico dell’Ue, evocato anche dal commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders, responsabile della buona riuscita del progetto sin dal suo inizio. Strumento tecnico ma non «apriti sesamo», il pass consiste in un QR code da tenere nello smartphone o in tasca, come quelli dei biglietti aerei, con tre alternative per dimostrare di poter viaggiare: aver completato il ciclo di vaccinazione, essere risultati negativi a un tampone, oppure essere guariti dal Covid-19 ed avere sviluppato gli anticorpi. Sulla carta insomma tutto bene, ma non mancano i punti ancora opachi. A partire dalla validità dello stesso green pass.

Per quanto tempo è valido il green pass

La prova di vaccinazione nella maggior parte dei Paesi vale dopo quattordici giorni dopo aver ricevuto la seconda dose (o la dose unica, per i monodose), ma per esempio in Austria viene riconosciuta soltanto dopo 22 giorni. Stesso discorso per i risultati negativi dei tamponi, accettati a seconda dei Paesi tra le 72 e le 48 ore precedenti al viaggio. E anche la possibilità di incorrere in eccezioni e misure unilaterali come quarantene e divieti per l’ingresso e l'uscita sui diversi territori nazionali resta presente. Perché le raccomandazioni stabilite a livello Ue non sono vincolanti. Basti pensare all’ultima interdizione di viaggio in ordine cronologico imposta nei giorni scorsi dalla Germania per chi proviene dal Portogallo, che ha costretto Bruxelles a richiamare nuovamente tutti i Ventisette all’ordine.

Lo spettro della variante Delta

A tutto questo si aggiunge poi lo spettro della variante Delta, che potrebbe velocemente cambiare il quadro epidemiologico e le regole nel Continente, riproponendo divisioni e sfiduciando i cittadini. Ai quali non resta per ora che farsi forti del green pass continuando in ogni caso a districarsi tra le mappe settimanali del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) sui livelli di contagio nelle varie regioni e la piattaforma Re-Open EU, che contiene tutte le informazioni aggiornate sulle varie misure nazionali.

All’appello manca soltanto l’Irlanda

Da palazzo Berlaymont intanto arrivano parole rassicuranti. Certi di aver messo in piedi la piattaforma a tempo di record, i funzionari Ue hanno fatto sapere che tutti gli Stati membri (e i sei vicini Andorra, Islanda, Liechtenstein, Monaco, Norvegia e Svizzera) sono pronti per partire con il mutuo riconoscimento dei certificati. All’appello manca soltanto l’Irlanda, alle prese con un attacco hacker che ne ha messo ko i circuiti tecnici. E se qualcuno dovesse ancora incontrare difficoltà nel rilasciare i documenti è comunque previsto un periodo di transizione di sei settimane (fino al 12 agosto) durante il quale possono essere presentate altre prove di vaccinazione e/o test per varcare i confini nazionali. E godersi l’estate.

 

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