Nel novembre 2019 valeva 10.800.000 euro, lo scorso dicembre 7.316.430 euro, adesso meno della metà: 3.512.641,12 euro. L’ex Hotel Riviera continua a deprezzarsi e nonostante ciò non trova acquirenti. L’unico realmente interessato a rilevare il complesso di viale della Libertà, con le sue 55 stanze intrise di degrado e abbandono e i 3 locali commerciali situati al piano terra di viale della Libertà in cui scorrazzano i topi risponde al nome di Istituto autonomo case popolari. Un’operazione vista come fumo negli occhi da più parti e che, sciolto l’iceberg burocratico della forma con cui provare a “piazzarlo”, adesso è legata alla sostanza della manifestazione di interesse lanciata dalla Città metropolitana di Messina, Ente proprietario. Bisogna, quindi, togliersi dal groppone un peso divenuto insostenibile. Occorre alienare un bene considerato inutile. Ma le modalità non convincono. A sollevare dubbi è l’Osservatorio urbano Cub Messina, aderente alla Confederazione unitaria di base. Il responsabile Vincenzo Bertuccelli sottolinea una serie di criticità in una nota inoltrata al presidente del Consiglio Mario Draghi, alla ministra degli Interni Luciana Lamorgese e alla prefetta di Messina Cosima Di Stani. L’ex Provincia, si legge, «ha pubblicato il 15 luglio scorso un nuovo avviso pubblico per la manifestazione d’interesse per la cessione dell’ex Hotel Riviera con una ulteriore svalutazione del valore dell'immobile arrivato oggi a poco più di 3 milioni e mezzo». Ciò «conferma le perplessità che avanzammo già il 26 gennaio 2020, con un comunicato dal titolo “Ma perché l’Iacp dovrebbe comprare l’ex Hotel Riviera?”».