Lesioni multiple agli organi interni, al torace e all’addome e, quindi, al momento sembrerebbe escluso che la morte di Emanuele Melillo sia dovuta ad un infarto. Cambierebbe, dunque, lo scenario sull'incidente a Capri, dove un autobus di linea che faceva la spola dal porto ad Anacapri è uscito dalla strada, ha rotto la ringhiera di metallo ed è precipitato giù per dieci metri adagiandosi in un vialetto accanto a un lido balneare. A rendere noti i primi esiti dell’autopsia eseguita sulla salma dell’autista 33enne, unica vittima dell’incidente, è l’avvocato Giovanna Cacciapuoti, legale della famiglia della vittima. «Bisogna attendere l’esito degli esami istologici al cuore e al cervello, e di quello tossicologico, per avere un quadro più chiaro», spiega l’avvocato. L’incarico per l’autopsia è stato conferito in mattinata al medico legale Marta Moccia e le operazioni peritali, alla presenza del consulente di parte dottor Francesco Paciolla, sono iniziate intorno alle 13, nel Secondo Policlinico di Napoli per concludersi tre ore dopo. Il sostituto procuratore di Napoli, Domenico Musto, ha invece bloccato la richiesta della famiglia che voleva cremare il corpo. Però ora si indaga per disastro colposo e non ci sono indagati. Le verifiche della Procura sono sia sul sistema frenante del mezzo, che sulla sua manutenzione e, infine, sulla ringhiera che non ha retto all’impatto del mezzo. Intanto migliorano le condizioni dei feriti che sono ricoverati tra l’ospedale pediatrico Santobono e all’ospedale del Mare. Attualmente, fa sapere l’Asl Napoli 1, solo un paziente è in prognosi riservata e potrebbe essere sottoposto a intervento chirurgico. Ad oggi sono stati dimessi due pazienti.