Lunedì 23 Dicembre 2024

Covid, il presidente Mattarella: "La pandemia non è alle spalle. Virus limita la libertà"

«Con il dilagare di questo virus insidioso e sconosciuto, i bisogni e le domande dei cittadini di tutto il mondo si sono riversate sui governi con una drammaticità inedita. Richieste essenziali - la sopravvivenza, l'accesso alle cure e agli ospedali, la protezione della salute propria e dei propri cari, la tutela dei redditi e del lavoro - hanno sottoposto a uno stress molto duro le complesse dinamiche che presiedono un mondo che si è mostrato sempre più interdipendente». Lo dice il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia del Ventaglio (tradizionale appuntamento in vista della chiusura dei lavori parlamentari per la pausa estiva) parlando della «grave emergenza pandemica».

Emergenza Coronavirus e vaccini

«Abbiamo vissuto un anno difficile, mesi drammatici. Lentamente e non senza contraddizioni grazie a uno sforzo straordinario di collaborazione a livello globale, sono stati individuati due filoni che ci hanno permesso di incamminarci sulla via dell’uscita dalla crisi. La campagna di vaccinazione e la scelta di mettere in campo ingenti sostegni pubblici per contenere le conseguenze delle chiusure e dei distanziamenti a livello economico, produttivo, occupazionale. Due strade che hanno consentito speranza e fiducia. La pandemia non è ancora alle nostre spalle - ha sottolineato Mattarella -. Il virus è mutato e si sta rivelando ancora più contagioso. Più si prolunga il tempo della sua ampia circolazione più frequenti e pericolose possono essere le sue mutazioni. Soltanto grazie ai vaccini siamo in grado di contenerlo. Il vaccino non ci rende invulnerabili ma riduce grandemente la possibilità di contrarre il virus, la sua circolazione e la sua pericolosità. Per queste ragioni la vaccinazione è un dovere morale e civico. Senza attenzione e senso di responsabilità rischiamo una nuova paralisi della vita sociale ed economica; nuove, diffuse chiusure, ulteriori, pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese». «La libertà è condizione irrinunziabile ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo. Se la legge non dispone diversamente si può dire: 'In casa mia il vaccino non entra'. Ma questo non si può dire per ambienti comuni, non si può dire per gli spazi condivisi, dove le altre persone hanno il diritto che nessuno vi porti un alto pericolo di contagio, perché preferiscono dire: 'in casa mia non entra il virus'».

Scuola, regolare andamento è una priorità

«La pandemia ha imposto grandi sacrifici in tanti ambiti. Ovunque gravi. Sottolineo quelli del mondo della scuola. Ne abbiamo registrato danni culturali e umani, sofferenze psicologiche diffuse che impongono di reagire con prontezza e con determinazione. Occorre tornare a una vita scolastica ordinata - ha aggiunto il Presidente - e colmare le lacune che si sono formate. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un’assoluta priorità».

Responsabilità politica e collettiva

«Desidero dare atto alle forze politiche e parlamentari, di maggioranza e di opposizione, ai governi che si sono succeduti durante la pandemia, alle strutture dello Stato e ai nostri concittadini di aver compreso la gravità della situazione sanitaria, economica e sociale, manifestando complessivamente - al di là di inevitabili differenze di toni e di opinioni - uno spirito di sostanziale responsabilità repubblicana», ha sottolineato il presidente Mattarella, con un invito chiaro al Governo: «Conto che le forze politiche, di fronte a un tempo che sembra volgersi verso prospettive migliori, continuino a lavorare nella doverosa considerazione del bene comune del Paese. Conto che non si smarrisca la consapevolezza della emergenza che tuttora l’Italia sta attraversando, dei gravi pericoli sui versanti sanitario, economico e sociale. Che non si pensi di averli alle spalle. Che non si rivolga attenzione prevalente a questioni non altrettanto pressanti. Auspico fortemente che prevalga il senso di comunità, un senso di responsabilità collettiva».

Concretizzare le riforme

«Dall’Unione Europea, sono in procinto di giungere le prime risorse del programma Next Generation - ha annunciato il Presidente della Repubblica -. Gli interventi e le riforme programmate devono adesso diventare realtà. Non possiamo fallire: è una prova che riguarda tutto il Paese, senza distinzioni. Quando si pongono in essere interventi di così ampia portata, destinati a incidere in profondità e con effetti duraturi, occorre praticare una grande capacità di ascolto e di mediazione. Ma poi bisogna essere in grado di assumere decisioni chiare ed efficaci, rispettando gli impegni assunti».

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