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Per la Svimez arriva la ripartenza ma il sistema Italia non è resiliente

Anticipati alcuni contenuti del Rapporto SVIMEZ 2021 “L’Economia e la Società del Mezzogiorno” nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei Deputati giovedì 29 luglio dal presidente Adriano Giannola e dal direttore Luca Bianchi, presente il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna.
La recessione del 2020 si è abbattuta su un Paese caratterizzato da oltre un decennio da un doppio divario Italia/Europa, Sud/Nord: unico tra le grandi economie europee che nel 2019 non aveva ancora completato il suo percorso di recupero dalla lunga crisi 2008-2014, con crescenti divari interni sia sociali che territoriali.  Nell’anno terribile del Covid l’Italia secondo le stime SVIMEZ si trova unita nella crisi, con un calo del Pil nel 2020 relativamente omogeneo a livello territoriale, se confrontato con l’impatto profondamente asimmetrico della precedente crisi, ma con una previsione di ripresa fortemente differenziata nel biennio 2021-22 a sfavore del Sud.
In Italia – si legge nel comunicato stampa Svimez - la caduta del PIL nel 2020 è stata di quasi il 3% superiore alla media europea (- 8,9% contro il -6,1%), relativamente omogeneo a livello territoriale: -8,2% nella media delle regioni meridionali e -9,1% nel Centro-Nord, con una punta del -9,4% nel Nord-Est e una dinamica al Centro in linea con la media nazionale (-8,9%). Il calo degli investimenti ha riguardato tutto il Paese, mediamente più intenso al Centro/Nord (-9,2%) rispetto al Mezzogiorno (-8,5%). La perdita di valore aggiunto sofferta dai diversi settori mostra impatti trasversali mediamente maggiori al Nord, mentre il terziario rivela un impatto marcatamente più elevato nel Mezzogiorno.
Il crollo delle attività economiche si è trasmesso solo parzialmente sulle famiglie per effetto delle misure di sostegno (Cassa integrazione, Ristori a imprese e professionisti, Reddito di Cittadinanza e di Emergenza): la riduzione del reddito disponibile delle famiglie è stata infatti compresa tra il -2,1% del Centro, il -2,8% del Mezzogiorno e il 4,2% nel Nord-Est.
Il crollo della domanda interna privata è stato compensato dalla crescita della spesa delle amministrazioni pubbliche (+1,2% in Italia) che ha finanziato interventi massicci a sostegno di famiglie e imprese colpiti dalla crisi. Va segnalata la maggiore crescita nel 2020 rispetto alla media nazionale della spesa delle amministrazioni pubbliche nel Mezzogiorno (+1,4%). Un dato in netta controtendenza rispetto agli anni dell’austerità asimmetrica, quando il contenimento della spesa pubblica si concentrava soprattutto al Sud.

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