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Green Pass: su Telegram la lista degli esercenti che non lo chiedono. Ecco le sanzioni che si rischiano

Nel primo giorno di attività per il Green Pass, c'è una mappa che gira su un canale Telegram legato ai gruppi di Io Apro, che indica i locali dove non verranno rispettate le nuove norme. Da nord a sud sono centinaia i locali indicati, ma anche alberghi, palestre che non chiederanno l’esibizione del certificato vaccinale. Si tratta di un file in costante aggiornamento che si può consultare nel gruppo «Aperti e Liberi».

Ai centri commerciali invece il controllo all’ingresso è serrato, temperatura ed esibizione del Qr code o del foglio, che molti anziani hanno stampato in farmacia, senza non si entra. Al centro commerciale Happio, quelli che tornano indietro delusi sono soprattutto coloro che sono in attesa della seconda dose e non hanno provveduto a scaricare il certificato.

«Di fronte al dilagare dei no-Vax sono felice che chi non adempie ai doveri di cittadino venga limitato in qualche modo» afferma la signora Anna a passeggio per il centro commerciale - «ho 80 anni e non posso pensare che ci siano persone così egoiste». Al centro di Roma, gli esercenti che finalmente iniziano a rivedere qualche turista non sembrano preoccupati di questa nuova incombenza dopo mesi di magra e poi c'è chi, molti a dire il vero soprattutto in periferia, ha scelto agosto per le ferie e quindi ha rimandato la questione Green Pass di qualche settimana.

Le sanzioni previste per esercenti e clienti

Per chi viola le regole o non effettua i controlli è prevista una sanzione da 400 a 1000 euro sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Se le violazioni si ripetono in 3 giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni.

Tni Italia: non chiederemo né documenti né app

«Green pass? Non ci stiamo. Non siamo controllori, siamo ristoratori. Non siamo tenuti a chiedere la carta di identità ai nostri clienti, né a scaricare l'app per la verifica». Lo afferma la segretaria nazionale di Tni Italia, Cristina Tagliamento, spiegando che «nei giorni scorsi abbiamo organizzato un flash mob e presentato un emendamento che sarà discusso a settembre in Parlamento. Quello che chiediamo è di eliminare per i ristoratori l’obbligo di verifica della certificazione Green pass». Il sindacato che tutela imprenditori e dipendenti del mondo Horeca ha inviato un quesito formale al Garante della Privacy. "C'è molta confusione - sostiene Tagliamento - con pareri discordanti. Non sappiamo chi eleverà eventuali sanzioni, chi chiamare in caso di contestazioni e denunce da parte del cliente. In ogni caso siamo riusciti a costituire un team di avvocati, pronti ad assistere i nostri associati in caso di denunce o sanzioni».

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