Lunedì 25 Novembre 2024

Covid-19, in Italia la Delta nel 91% dei casi. Ma circolano altre 5 varianti: ecco quali

In decisa crescita in tutto il mondo, la Delta è la variante del virus SarsCoV2 dominante in Italia, dove secondo la banca dati internazionale Gisaid è responsabile del 91% dei casi di infezione. Altre cinque le varianti che stanno circolando nel nostro Paese: alcune in deciso calo, come Alfa e Gamma; altre ancora sono praticamente scomparse come la Kappa, parente più mite della Delta, e la Iota; hanno una diffusione minima le varianti Beta, Eta e Lambda.  E’ soprattutto quest’ultima che gli esperti di tutto il mondo stanno osservando con attenzione, a causa della sua grande capacità di trasmettersi. Quasi tutte le varianti che stanno circolando nel nostro Paese sono classificate come Voc (Variants of concern), ossia varianti che destano preoccupazione e sono seguite con attenzione in tutto il mondo, ma di queste è solo la Delta ad avere una diffusione molto alta. Classificata con la sigla B.1.617.2, la variante Delta è attualmente dominante in tutto il mondo e in decisa crescita dal Nord America all’Europa fino all’Asia e all’Oceania. Identificata in India, si è ormai diffusa rapidamente, sostituendosi alla variante Alfa, che fino a circa un mese fa era dominante.

Delta, Alfa e Gamma

In Italia attualmente la Delta è responsabile del 91% dei casi. Nel resto del mondo, i Paesi in cui ha la diffusione maggiore sono il Canada, con il 100% dei casi, seguito da Regno Unito (99,8%) e Stati Uniti (95%). Ormai spodestata dalla Delta, la variante Alfa (B.1.1.7) è ormai responsabile del 3,6% dei casi, sempre secondo le sequenze genetiche del virus depositate dalla banca dati Gisaid. Identificata nell’ottobre 2020 in Gran Bretagna, aveva cominciato a prendere il sopravvento in Italia e nel resto d’Europa già all’inizio del 2021. E’ in declino in Italia anche la variante Gamma (P.1), identificata all’inizio del 2021 in Giappone e poi in Brasile. Già all’inizio del luglio 2021 i casi provocati da questa variante erano diminuiti dal 7,3% al 4,3% e la riduzione è proseguita fino all’attuale 1,2%.

Le varianti Beta ed Eta

Dopo un periodo di silenzio, la Beta (B.1.351), identificata in Sudafrica, è tornata a riaffacciarsi timidamente, con una diffusione che attualmente è dell’1%. In leggero calo anche la variante Eta (B.1.525), identificata la prima volta in Nigeria, scesa dall’1,5% allo 0,1% delle sequenze depositate dall’Italia. Si sono ridotte fino a sparire le varianti Iota (B.1.526) identificata a New York, e Kappa (B.1.617.1), identificata in India.

La variante Lambda

Sono state molto poche, nell’ultimo mese, anche le sequenze della variante Lambda (C 37) depositate dall’Italia. Attualmente sono pari allo 0,1%, ma questa variante identificata in Perù è una sorvegliata speciale a causa di due mutazioni che la rendono altamente infettiva, entrambe sulla proteina Spike, l’artiglio molecolare con cui il virus penetra nelle cellule umane. Grazie a queste caratteristiche, la Lambda dal Sud America si è rapidamente diffusa in tutto il Nord America ed è presente in molti Paesi europei, dalla Spagna alla Scandinavia.

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