Il sud Italia brucia ancora. Il fuoco sta assediando soprattutto la Sicilia e la Calabria dove vasti incendi stanno continuando a divorare le aree boschive. E con le temperature record di questi giorni rimane massima l’allerta in tutta la Penisola, dove sono in arrivo anche tre canadair francesi attraverso il meccanismo di Protezione civile europeo. La situazione è seguita da vicino dal presidente del Consiglio Mario Draghi che oggi ha telefonato al sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. «Mi ha chiamato il presidente Draghi, assicurando pieno sostegno alla nostra comunità e all’intera Calabria - ha scritto su twitter il primo cittadino - . Abbiamo condiviso risarcimenti per le comunità colpite dagli incendi, piano straordinario di messa in sicurezza del territorio e il rimboschimento delle aree verdi distrutte».
Nella telefonata, ha reso noto Palazzo Chigi, il premier ha detto che il governo metterà in cantiere un programma di ristori per le persone e le imprese colpite, insieme a un piano straordinario di rimboschimento e messa in sicurezza del territorio.
I roghi non danno tregua alla Sicilia
E nella notte nuovi roghi sono divampati in provincia di Palermo. Ad essere colpite, ancora una volta, le montagne delle Madonie. Le fiamme hanno interessato le zone di Polizzi Generosa, Castellana Sicula e Geraci. Da questa mattina è tornata a bruciare anche la zona delle Petralie, devastata nei giorni scorsi da decine di incendi che hanno distrutto ettari ed ettari di bosco e macchia mediterranea. Per tutta la notte vigili del fuoco, forestali e operatori della protezione civile hanno cercato di proteggere aziende e abitazioni. Mentre il sindaco di Petralia Soprana, Pietro Macaluso, fa la conta dei danni: una decina di cittadini intossicati e più di cento persone evacuate. «Siamo stati sotto attacco - ha sottolineato -. Non si capisce perché, ma le Madonie sono state colpite in modo chiaro. Alle favole crediamo quando siamo piccoli».
E a Linguaglossa, in provincia di Catania, un’area boschiva a ridosso del parco dell’Etna è stata divorata dal fuoco. L'incendio ha distrutto anche alcuni vigneti e casolari di agricoltori. Intanto a Pergusa, in provincia di Enna, le fiamme hanno raggiunto la riserva naturale. Almeno sei i punti dai quali il fuoco si è sviluppato avvolgendo tutta la conca pergusina. Il bagliore dell’incendio era visibile nella notte anche da Enna.
Continua a bruciare anche la Calabria
«Sono 59 i roghi attivi. Un dato in diminuzione rispetto alla giornata di ieri, ma la situazione continua a essere grave» ha detto il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì. Le criticità maggiori si registrano nel Reggino: da Cardeto a Grotteria, da Mammola a San Luca e Cittanova. Ieri la Giunta regionale ha chiesto formalmente al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza. Dal 15 giugno, data d’inizio della campagna antincendi boschivi, i vigili del fuoco hanno effettuato 48.656, oltre 20mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (quando furono 28.160). Secondo i dati del centro operativo nazionale dei vigili del fuoco, per ritrovare numeri simili bisogna tornare al 2017, quando gli interventi fino all’11 agosto furono 50.004. Rispetto allo scorso anno, inoltre, sono più che raddoppiati anche gli interventi dei Canadair - 879 contro 359. Solo nella giornata di oggi sono 33 gli interventi che i canadair e gli elicotteri della flotta dello Stato hanno effettuato nella giornata di oggi per contribuire allo spegnimento degli incendi. E hanno parlato di «dramma incendi» i ministri Mariastella Gelmini, Renato Brunetta e Mara Carfagna, annunciando: "L'esecutivo lavorerà per ristorare anche economicamente le comunità maggiormente danneggiate. Ma occorre anche intervenire a monte, rafforzare i controlli e punire duramente i responsabili di queste immani tragedie. Proporremo di modificare, dunque, la legge sugli incendi, con pene più severe per i piromani».
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