Martedì 24 Dicembre 2024

Coronavirus, Sicilia... in coda nelle vaccinazioni e 10% intensive. Balzo della Calabria: 15% per le aree mediche

Si fa sempre più concreto il rischio per la Sicilia di passare in zona gialla. I numeri, i dati aggiornati quotidianamente raccontano di un peggioramento progressivo che potrebbe portare l’isola ad un cambio di colore. La regione è in «area critica» per il tasso di occupazione delle terapie intensive e dei reparti. In base ai monitoraggi Agenas, infatti, ha toccato il 10% (+1%) soglia massima prevista dai nuovi parametri. Numeri in aumento anche per le aree mediche non critiche dove l’isola raggiunge il 17% (ben oltre il limite del 15%). Un quadro generale critico che ha reso necessario aumentare i posti letto tornando ai livelli di marzo. Per l'assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza, però «non si deve tenere conto della classificazione. Quello che deve preoccuparci è la diffusione del contagio in una fase nella quale c'è una grandissima mobilità, ma soprattutto un calo di attenzione che deve essere molto stigmatizzato». Secondo i dati forniti nel mese di agosto saranno oltre due milioni i turisti presenti sull'isola ma, spiega l’assessore, l’incremento dei numeri di questi giorni non è colpa loro.

Somministrazione vaccini, Sicilia fanalino di coda

La Sicilia nella fascia di coda per somministrazione di vaccini. Un dato che spiega in parte la zona gialla verso cui appare diretta da lunedì. Sono circa 5 milioni e mezzo le dosi anti-Covid somministrate a fronte di poco più di 6,1 milioni assegnate. Con una percentuale dell’89,5% è solo al quint'ultimo posto. L’Isola svetta per nuovi casi positivi, circa un migliaio, e per numeri di ricoveri con sintomi e soprattutto per occupazione delle terapie intensive. Circa il 90% dei ricoverati non risulta vaccinato.

La Calabria

Se la Sicilia resta osservata speciale, la situazione in Sardegna sembra in miglioramento. Decongestionati i posti letto in terapia intensiva con un -2% mentre cresce dell’1% nei reparti toccando il 10%. Per il Cnr però anche la Sardegna è in una situazione complicata. Per quanto riguarda il resto dell’Italia, le terapie intensive sono in crescita anche in altre 8 regioni con il balzo della Calabria che tocca il 7% (+3%) e si attesta al 15% per le aree mediche. Al 7% (+1%) la Toscana per le rianimazioni. Anche i numeri dei decessi tornano a crescere, toccando quota 69 (dato che non si raggiungeva da giugno) a fronte di nuovi 7.162 i positivi (tasso di crescita al 3.1%). Nella sola Sicilia sono stati 997 i contagiati con 25 vittime anche se 24 dei decessi comunicati sono recuperi dei giorni precedenti. Anche la Campania ha segnalato il recupero di due decessi avvenuti nei giorni passati. Salgono anche ricoveri e terapie intensive. In controtendenza il dato degli attualmente positivi che registra un decremento di 334 unità rispetto a ieri passando da 128.782 unità a 129.116, un calo che non si registrava dal 15 luglio. A livello mondiale il trend è in aumento costante da circa due mesi con oltre 4,4 milioni di nuove segnalazioni solo nell’ultima settimana che portano il totale dall’inizio dell’epidemia a 206 milioni.

I vaccini

Stando al bollettino settimanale dell’Oms nel periodo 9-15 agosto sono stati 66mila i morti, un numero quasi invariato rispetto alla settimana precedente, con il totale che è arrivato a oltre 4 milioni e 370mila. Numeri che, tornando in Italia, confermano la necessità di una accelerazione della campagna vaccinale dopo l’atteso rallentamento di Ferragosto. L’obiettivo resta quello dell’immunità di gregge entro la fine del prossimo mese lasciando sullo sfondo l’ipotesi terza dose. Ad oggi il 66,43% della popolazione over 12 ha completato il ciclo e le dosi distribuite sono 81.310.918 con un incremento di circa 4 milioni in più arrivate nelle ultime ore. Mentre le farmacie sono state prese d’assalto, soprattutto dai giovani, per effettuare i tamponi ed ottenere il Green pass, sul tema del certificato d’immunità non si placano le polemiche per l’utilizzo nelle mense. Il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, definisce «non decorosa» l’ipotesi di vedere "poliziotti, Forze di Polizia e militari che pranzano in piedi o seduti su scalinate, dopo aver svolto servizi estenuanti nelle piazze a difesa dell’ordine pubblico. Per le Forze di Polizia e i militari esiste il diritto alla mensa obbligatoria di servizio, in virtù della specificità della funzione e della professione che svolgono». Le imprese hanno chiesto un incontro con il Governo mentre dal canto suo il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin, afferma che il dibattito sulle mense «crea confusione». «La soluzione è in tre punti: obbligo di Pass in tutti gli ambienti di lavoro. Nessun obbligo di vaccino ma costi dei tamponi a carico dei lavoratori. E chi non accetta resta a casa senza stipendio», afferma.

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