Per il suo romanzo d'esordio Corinna De Cesare, pugliese, giornalista del Corriere della Sera, e fondatrice, nel 2019, di the Period, newsletter femminista assai seguita da scrittori, giornalisti e attivisti, ha scelto una storia lieve e forte, «in cui la realtà e le esperienze personali si sono mischiate alla finzione narrativa, in un principio di vasi comunicanti essenziale per chi scrive».
Otto anni ci sono voluti per scrivere “Ciao per sempre” (edizioni Salani), forse perché il non detto sedimentato nella coscienza aveva bisogno di tempo per fluire. E per diventare racconto, tra esche di realtà e lacerti di ricordi che l'invenzione fa appartenere a tutti.
Il romanzo racconta un amore finito, “Ciao per sempre”, anche se certi amori non finiscono mai, e racconta storie di donne, provate e forti, inquiete e decise a rialzarsi, sempre. Margherita Lolli torna per il funerale della nonna assai amata, a Collina d'Oro, paese dove è cresciuta negli anni Novanta, in una Puglia dai colori sfumati, dalla quale la famiglia Lolli è sempre scappata, quasi come fosse un destino.
Era stata proprio la nonna, quarant'anni prima, ad andare via, mentre i suoi genitori si stabilivano a Collina, per poi andar via anche loro. E Margherita quando abitava a Collina è sempre andata a Roma per i mesi estivi, dai nonni, in una vacanza al contrario, come al contrario sembrano essere certe sue scelte.
Insegnante precaria, autrice di un solo libro, trentatreenne, una vita quasi autonoma, amori fugaci, Margherita ha ottenuto quasi tutto dalla vita. Ma è proprio quel “quasi” che nasconde tantissimi nodi irrisolti. Quando è andata via da Collina ha lasciato Alberto, il suo primo amore, e l'amica più cara, Angela. E ora che è tornata i ricordi, gli strappi e le presenze s'impongono, per essere affrontati e, forse, risolti.
Dalla vecchia casa di famiglia alle strade, ai monti e alle valli circostanti, in paesaggi comunque bellissimi, è tutto un viaggio doloroso ma necessario, tra realtà cambiate e altre che sono invece tenute nascoste, e da conoscere, prima di ripartire. Solo così la sua vita contratta potrà finalmente distendersi, nell'accettazione di sé e degli altri.
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