Mercoledì 20 Novembre 2024

Come agisce il covid? La ricerca: "Uccide come il veleno del serpente a sonagli"

E’ un enzima presente anche nel veleno del serpente a sonagli il meccanismo chiave responsabile della mortalità da Covid-19. A individuarlo, i ricercatori dell’Università dell’Arizona, in collaborazione con la Stony Brook University e la Wake Forest University School of Medicine nello studio pubblicato su Journal of Clinical Investigation. I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di due coorti di pazienti con Covid-19, una di 127 pazienti ricoverati presso la Stony Brook University tra gennaio e luglio 2020 e una seconda coorte indipendente di 154 campioni di pazienti raccolti sempre dalla Stony Brook e Banner University Medical Center di Tucson tra gennaio e novembre 2020. I ricercatori hanno scoperto che la circolazione dell’enzima fosfolipasi A2 gruppo IIA secreta, o sPLA2-IIA - può essere il fattore più importante responsabile della mortalità nei pazienti con covid. L’enzima sPLA2-IIA ha caratteristiche simili ad un enzima presente nel veleno del serpente a sonagli, si trova in basse concentrazioni in individui sani e svolge un ruolo fondamentale nella difesa contro le infezioni batteriche. «Si tratta di piccole coorti, è vero, ma è stato uno sforzo eroico ottenerle e tutti i parametri clinici associati da ciascun paziente in queste circostanze», hanno detto i ricercatori. «A differenza della maggior parte degli studi ben pianificati nel corso degli anni, questo è avvenuto in tempo reale nel reparto di terapia intensiva». I ricercatori hanno analizzato migliaia di dati dei pazienti utilizzando algoritmi di apprendimento automatico. Oltre ai tradizionali fattori di rischio come l’età, l’indice di massa corporea e le condizioni preesistenti, il team si è concentrato anche sugli enzimi biochimici, nonchè sui livelli dei metaboliti lipidici dei pazienti. «I metaboliti che sono emersi hanno rivelato una disfunzione dell’energia cellulare e alti livelli dell’enzima sPLA2-IIA. Il primo era previsto ma non il secondo» aggiungono gli autori. Utilizzando gli stessi metodi di apprendimento automatico, i ricercatori hanno sviluppato un albero decisionale per prevedere la mortalità da covid-19. La maggior parte degli individui sani ha livelli circolanti dell’enzima sPLA2-IIA che si aggirano intorno a mezzo nanogrammo per millilitro. Secondo lo studio, il covid-19 è stato letale nel 63% dei pazienti con covid-19 grave e livelli di sPLA2-IIA pari o superiori a 10 nanogrammi per millilitro. «Molti pazienti che sono morti di covid-19 avevano alcuni dei livelli più alti di questo enzima che siano mai stati riportati», ha detto Floyd Chilton, che ha studiato l’enzima per oltre tre decenni ed è co-autore dello studio.

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