Alcune certezze acquisite e qualche nodo ancora sciogliere per il ritorno a scuola degli studenti in presenza (con mascherina dai sei anni in su), fissato quasi ovunque il 13 settembre. Mercoledì prossimo riaprono tutti gli istituti, con il personale scolastico che dovrà essere munito di Green pass e l'allestimento delle aule da predisporre secondo le normative sull'igiene, l’aerazione e il distanziamento. Anche se le cosiddette "classi pollaio" sono solo "il 2,9%" del totale, ha precisato giovedì il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi ("ci stiamo lavorando con interventi mirati"), segnalando che sarebbe in corso di soluzione anche il problema del controllo giornaliero dei Green pass, su cui i presidi hanno sollevato molte obiezioni di ordine pratico.
Dal momento, infatti, che per ragioni di privacy non è possibile stilare liste con nominativi e scadenze dei certificati, il controllo va ripetuto ogni giorno: cosa che comporterebbe tempi lunghi e personale da impegnare. Ma in questi giorni i ministeri dell’Istruzione e della Salute, insieme con il Garante della Privacy, stanno mettendo a punto un meccanismo (probabilmente una app) per automatizzare la verifica dei certificati.
Trasporti
Altre criticità restano. A cominciare dall’organizzazione del trasporto pubblico locale, dove peraltro il Green pass non è obbligatorio, e sul quale è previsto l’80% di capienza a fronte del 100% di presenza richiesta a scuola per studenti e insegnanti. Uno scarto che potrebbe indurre i prefetti a chiedere di scaglionare ingressi e uscite, nonostante la fronda dei presidi che vorrebbero evitarlo (i tempi organizzativi sono agli sgoccioli), e dei sindacati che chiedono conto dei finanziamenti destinati al potenziamento del Tpl.
Docenti e vaccini
Altro punto critico resta l’obbligo di Green pass per docenti e personale, nonostante la tempestività della decisione e la corsia preferenziale individuata per le vaccinazioni. Il ministro Bianchi ha escluso il ricorso al tampone gratuito per chi non è immunizzato (salvo i casi di soggetti fragili o esentati), ma c'è una minoranza di renitenti al vaccino. Secondo i dati del ministero, sono il 12,82% del totale, pari a 186.571 persone. Ma in alcune Regioni le percentuali sono più alte. Per tutti loro vale l’obbligo di tampone ogni 48 ore, pena il divieto di entrare a scuola dal 1° settembre al 31 gennaio, e la privazione dello stipendio se entro quattro giorni il Green pass non è in regola. Quanto alla Dad, l’obiettivo è scongiurarla nei limiti del possibile. Si può riattivare solo in caso di contagio per gli studenti che devono essere messi in isolamento oppure, nella peggiore delle ipotesi, nei casi di focolai nelle scuole o di passaggio della Regione in zona arancione o rossa.
In Sicilia
A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, tra i dirigenti scolastici dell’Isola è ancora forte la preoccupazione per i temi legati al green pass e ai distanziamenti, resi complicati dalla limitatezza delle risorse stanziate dal Governo per la scuola, che basterebbero solo fino al 31 dicembre e non coprirebbero l’intero anno didattico. Sono alcune delle criticità evidenziate dal seminario organizzato dalla Flc Cgil Sicilia, che si è concluso oggi a Enna. Al centro dei lavori una tavola rotonda, "Quali le condizioni per la riapertura in sicurezza delle Istituzioni scolastiche?", nell’ambito dell’evento "La dirigenza scolastica nell’emergenza Covid", organizzato dal Flc Cgil Sicilia a Enna, con l’intervento di sindacalisti e appartenenti di primo piano del mondo politico, moderata dal direttore del quotidiano La Sicilia Antonello Piraneo.
Il ministro Carfagna: "Riaprire in modo efficace"
"In ogni momento di grave emergenza del Paese il sindacato italiano ha saputo scegliere la via maestra della coesione e dell’unità, anche a costo di rinunce. Confido nella vostra volontà di onorare questa tradizione anche adesso: siamo la nazione europea che nell’ultimo anno ha chiuso la scuola in presenza per più giorni; possiamo e dobbiamo essere quella che la riapre nel modo più efficace. Convincere gli insegnanti a vaccinarsi, soprattutto in Sicilia dove il numero dei vaccinati risulta uno dei più bassi del Paese, è la sola via per tenere insieme il diritto allo studio, il diritto al lavoro e il diritto alla salute. È questa la mia speranza, questo il mio augurio". È il contenuto del messaggio che il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, ha inviato per iscritto al direttore Piraneo.
"Il ruolo del sindacato è in questo momento essenziale per gestire le conseguenze dell’epidemia, che purtroppo ci impongono nuovi doveri e limitazioni specifiche - ha aggiunto Carfagna -. Le rappresentanze del personale della scuola, così come tutti i soggetti del “sistema Italia” - istituzioni, politica, magistratura, impresa, banche, corpi intermedi - sono davanti a un bivio. Possono collaborare, seppure nella differenza dei ruoli, per dare risposte efficaci agli italiani, evitando ogni forma di conflittualità ideologica, oppure possono fare il gioco del nemico, cioè del virus, della crisi economica collegata alla pandemia, di un’ulteriore disaffezione dei cittadini verso lo Stato".
Pd, Provenzano: "Ripartire in sicurezza è priorità"
In videoconferenza, il vice segretario del Partito democratico Giuseppe Provenzano ha chiesto chiarezza sul green pass, dato che la ripartenza dell’anno scolastico in sicurezza, ha sottolineato, è una "priorità per l’Italia e per il Mezzogiorno" e attaccato il governo regionale sulle vaccinazioni. "C'è un gravissimo elemento di preoccupazione per la Sicilia - ha detto -. Una regione che è all’ultimo posto in Italia per numero di vaccinazioni e questo è il frutto dell’inadeguatezza e della responsabilità della giunta regionale che stanno creando un danno economico alla Sicilia per quanto riguarda la stagione turistica, ma soprattutto rischiano di mettere a repentaglio la ripartenza e la riapertura in sicurezza delle nostre scuole, con un danno gravissimo per i nostri bambini e questo è davvero inaccettabile".
Sono intervenuti anche Adriano Rizza, segretario Flc Cgil Sicilia, che ha puntato l’indice soprattutto sul tema delle risorse economiche. "Servono quegli investimenti strutturali che noi abbiamo sempre rivendicato affinché davvero si possano dare quelle risposte sui temi dell’edilizia scolastica, della digitalizzazione. Pensavamo, e questo era il nostro auspicio, che l'insegnamento della pandemia determinasse davvero quel cambio politico soprattutto per quanto riguarda la scuola e la formazione che poteva davvero determinare un nuovo modello dell’istruzione. Purtroppo così non è stato, la pandemia la si sta affrontando solo nell’emergenza, senza provare a dare risposta in termini strutturali".
Un dato messo in evidenza su scala nazionale da Alessandro Rapezzi, segretario nazionale Flc Cgil, secondo cui "nel mondo della scuola, ci si è concentrati molto sulla questione del green pass e quindi sulla gestione e sull'avvio dell’anno scolastico, mentre si stanno trascurando gli altri elementi necessari per garantire l’avvio in presenza, ovvero le risorse per aumentare l'organico. Abbiamo bisogno di evitare tutte le situazioni dove la numerosità di studenti non permette il distanziamento".
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