Travolti e uccisi dall’auto per la quale facevano il tifo, di un team di amici. Un impatto violentissimo che non ha lasciato loro scampo. Ha un sapore ancora più amaro l’incidente avvenuto questa mattina al Rally dell’Appennino reggiano nel quale sono morti Davide Rabotti, 21 anni, e Cristian Poggioli, 35 anni. Una vettura in gara, per cause ancora da chiarire, ha mancato una curva finendo a tutta velocità su un terrapieno che ha fatto da trampolino e che l’ha sbalzata sui due spettatori, uccidendoli praticamente sul colpo. Nonostante i soccorsi, rapidi, per Davide e Cristian non c'è stato nulla da fare. L’incidente è avvenuto questa mattina poco prima delle 10. Nelle colline emiliane, tra i comuni di San Polo d’Enza e Canossa si stava disputando la prova speciale "Matilde di Canossa" del 41/mo Rally Appennino Reggiano, gara valida per l'International Rally Cup e posticipata già due volte a causa della pandemia. La Peugeot 208, vettura 42 dell’equipaggio Claudio Gubertini-Alberto Ialungo per la scuderia Millenium Sport Promotion, esce improvvisamente dal circuito. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di San Polo d’Enza, che indagano sull'accaduto, l’auto a causa della forte velocità e di un terrapieno che ha fatto da rampa si è staccata dal suolo finendo su una vicina collinetta dove si trovavano le due vittime, travolgendole. I due dell’equipaggio sono rimasti illesi. Mentre per Davide e Cristian i soccorsi seppur rapidi, anche con intervento di elisoccorso, hanno tentato manovre rianimatorie per lunghissimi minuti. Purtroppo vane. Per i due è stata dichiarata la morte sul posto. Sulla vicenda è aperta un’inchiesta perché ci sono ancora diversi punti su cui far luce. I carabinieri reggiani dovranno valutare le posizioni dei due piloti ed eventualmente degli organizzatori. Si dovrà anche chiarire se la presenza di spettatori fosse consentita o meno. Sul posto dell’incidente non c'erano barriere. Un aiuto decisivo sulla dinamica arriverà dalle immagini della telecamera di bordo in dotazione alle vetture in gara. Il filmato è stato acquisito agli atti dei militari e darà dettagli importanti. Alla fine di una lunghissima giornata che ha sconvolto la comunità locale - il rally è uno dei classici appuntamenti di fine estate dell’Appennino reggiano - gli organizzatori in conferenza stampa hanno fatto il punto con le informazioni a loro disposizione. Il direttore di gara, Simone Bettati, ha riferito che al termine della corsa la vettura «si trovava sopra un terrapieno di sei metri, distante più di 50 metri dal punto di uscita della sede stradale. Nella sua corsa impazzita - ha spiegato - ha travolto due persone, che purtroppo sono decedute». Il medico di gara, Gherardo Vandelli, ha ricostruito la tempistica e la dinamica dei soccorsi sanitari, mentre Alen Carbognani, della Grassano Rally Team organizzatrice della gara, ha parlato di «tragedia indescrivibile» e ne ha formalmente annunciato sospensione e annullamento. Non si dà pace Franco Palù, sindaco di San Polo d’Enza, per un incidente che nella storia longeva del rally non ha precedenti. Sotto choc i piloti coinvolti. Uno di loro, tra l’altro, sarebbe un amico di una delle vittime, Cristian Poggioli, il 35enne di Lama Mocogno (Modena), appassionato di rally e lui stesso pilota. L’ultima condivisione social della vittima più giovane, Davide Rabotti, 21enne di Reggio Emilia, è invece una testimonianza diretta della presenza al rally. Nel filmato di pochi secondi condiviso in una storia di Instagram si vede un’auto del rally che sfreccia su strada. Una condivisione che risale a questa mattina, anche se il punto del tracciato che si vede, secondo quanto appreso, non sarebbe quello del successivo impatto fatale.