Per monitorare i contagi Covid nelle scuole si pensa a test salivari facilmente gestibili e altamente affidabili, da ripetere ogni 15 giorni su un campione di classi sentinella: «L’obiettivo è gravare il meno possibile sulle famiglie e allo stesso tempo garantire un monitoraggio efficace, uniforme su tutto il territorio nazionale, per controllare la circolazione del virus», ha spiegato Anna Teresa Palamara, responsabile del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, in un’intervista al Corriere della Sera. «Il piano è in fase di limatura per arrivare a una definizione condivisa», ha aggiunto, «speriamo di poterlo attivare gradualmente fin dall’avvio dell’attività didattica e di renderlo pienamente operativo in autunno-inverno, quando i virus respiratori, come il Sars-CoV-2, raggiungono la massima diffusione».
“Green pass? Solo per i vaccinati, tampone non basta”
«Il Green pass non andrebbe dato più a chi fa il tampone, ma dovrebbe essere una certificazione rilasciata soltanto a chi si è vaccinato o è guarito. Sarebbe un altro modo per spingere ancora di più alla profilassi. Bisogna ridurre la circolazione virale e interrompere la catena di contagio comunitaria. Non si devono registrare casi almeno per un certo periodo di tempo. Ma è una lotta continua, non possiamo abbassare la guardia. Il grande errore di Australia e Nuova Zelanda è stato di non aver capito che dopo aver ridotto la circolazione a zero, dovevano vaccinare". Lo dice Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, in un’intervista al Messaggero. Riguardo al vaccino, "l'obbligatorietà deve essere decisa dal governo, ed è un atto etico di protezione anche nei confronti di chi ha paura di vaccinarsi, perchè di fatto li sprona alla profilassi. Però, ripeto, è una scelta puramente politica. Personalmente, non sono contrario".
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