Sabato 21 Settembre 2024

Epidemia di lingua blu, paura in Sardegna: 177 i focolai attivi, con 48.542 ovini coinvolti - CHE COS'E'

Sono 177 i focolai attivi, con 48.542 ovini coinvolti, e altri 21 focolai sospetti mentre si registrano 202 capi morti. E’ l’aggiornamento dei dati al 27 agosto sull'epidemia di lingua blu, che sta colpendo soprattutto la Sardegna centrale, dell’Osservatorio epidemiologico veterinaio regionale. Lo ha diffuso la Copagri che ha scritto agli assessori regionali alla Sanità e all’Agricoltura chiedendo la convocazione urgente di un incontro con le organizzazioni professionali agricole in modo da avere un quadro preciso della situazione e conoscere quali azioni sono state poste in essere per bloccare la diffusione dell’epidemia. La Copagri sollecita inoltre la predisposizione in breve tempo un provvedimento legislativo, da inserire nella manovra di assestamento di bilancio, per il rimborso per i capi morti e uno forfettario per ogni capo coinvolto all’interno dei focolai registrati. «Non vorremmo tornare agli anni 2012 e 2013 quando furono registrati oltre 100.000 capi morti e una forte riduzione della produzione di latte» afferma la Copagri.

Cos'è la "lingua blu" (blue tongue)?

La Blue tongue è una malattia infettiva non contagiosa dei ruminanti, trasmessa da insetti vettori ematofagi (culicoidi) causata da un RNA virus della famiglia Reoviridae, genere Orbivirus, del quale si conoscono 27 diversi sierotipi. Il ciclo biologico del BTV prevede la trasmissione da un animale ad un altro attraverso la puntura degli insetti vettori, la cui riproduzione e la successiva deposizione di uova avviene in habitat con caratteristiche specifiche, come ambienti fangosi, naturali (pozze piovane, margini di corsi d’acqua) e artificiali (campi irrigati, scoli di abbeveratoi). È questo l’ambiente preferito dal C. Imicola, il principale vettore del BTV in Italia. Sono insetti ad attività crepuscolare, anche se alcune specie possono volare attivamente di giorno. Solo la femmina adulta può infettarsi tramite il pasto di sangue da animali in fase viremica, ossia con il virus presente nel sangue. Una volta infettatisi i Culicoides rimangono infetti per il resto della loro vita. Anche se tutte le specie di ruminanti sono recettive alla malattia, il virus colpisce prevalentemente gli ovini con una sintomatologia molto grave con febbre, scolo nasale ed edema della testa e congestione delle mucose della bocca. Nei casi più gravi la lingua, ingrossata e cianotica, fuoriesce dalla bocca, da qui il nome di lingua blu dato alla malattia. L’infezione è anche responsabile di malformazioni fetali e aborti e può portare a morte gli animali. Nei bovini, sia domestici che selvatici, l’infezione può mostrarsi con forme cliniche più o meno evidenti. Il bovino, una volta infettato dall’insetto vettore, presenta una fase viremica molto lunga, fino a 60 giorni post infezione. In tal modo rappresenta un serbatoio di virus in grado di garantire all’infezione il superamento dei periodi di freddo invernale nelle zone temperate. Ciò giustifica le severe misure di restrizione previste dalla normativa vigente circa il divieto di movimentazione degli animali sensibili.

Diagnosi

La diagnosi di malattia è effettuata tramite esami di laboratorio e può essere:

Attualmente la diagnosi viene eseguita tramite l’esecuzione di diversi esami di laboratorio:

Terapia e profilassi

Non esiste alcuna terapia in grado di eliminare il virus e far guarire gli animali malati. La sola terapia applicabile è di tipo sintomatico, cioè volta a risolvere o attenuare i sintomi causati dalla malattia. La profilassi diretta si attua tramite il controllo delle movimentazioni degli animali sensibili. Le norme vigenti in materia contemplano, infatti, restrizioni alla movimentazione degli animali e allo scambio di sperma o embrioni destinati alla riproduzione artificiale, dalle aree infette alle aree libere, e in base alla tipologia di movimentazione, se da vita o da macello, età e specie degli animali da movimentare. Oltre a ciò, è previsto il controllo dei vettori, che mira alla verifica della distribuzione dei vettori sul territorio e alla definizione delle mappe di rischio. La profilassi indiretta attraverso la vaccinazione degli animali delle specie sensibili ha lo scopo non solo di proteggere gli animali dall’infezione, ma anche di ridurre o prevenire la fase viremica, ossia la fase di presenza del virus nel sangue, riducendo di fatto la circolazione virale. L’effettuazione della vaccinazione di massa, considerata uno dei pilastri per la prevenzione e la lotta all’infezione e per la sicurezza degli scambi commerciali di animali vivi, è consentita solo all’interno delle zone sottoposte a restrizioni sanitarie. La vaccinazione di tutti gli animali recettivi ha lo scopo primario di diminuire le perdite legate alla malattia, unitamente all’obiettivo di abbassare la probabilità di diffusione dell'infezione dalle aree infette verso il rimanente territorio attraverso la costituzione di una fascia di popolazione resistente all'infezione. La protezione vaccinale nei confronti del BTV è sierotipo-specifica, ossia per ogni sierotipo è necessario uno specifico vaccino. Pertanto, monitorare i diversi sierotipi circolanti sul territorio è fondamentale, tenuto conto che gli anticorpi prodotti a seguito dell’infezione da parte di un sierotipo o di una vaccinazione nei confronti di un sierotipo non proteggono da un’eventuale successiva infezione da parte di un sierotipo virale differente. È utile segnalare che in commercio non esistono vaccini per tutti i sierotipi.

Prevenzione

La profilassi diretta si attua tramite il controllo delle movimentazioni degli animali sensibili. Le norme vigenti in materia contemplano, infatti, restrizioni alla movimentazione degli animali e allo scambio di sperma o embrioni destinati alla riproduzione artificiale, dalle aree infette alle aree libere e in base alla tipologia di movimentazione, se da vita o da macello, età e specie degli animali da movimentare. Inoltre, è previsto il controllo dei vettori, che mira alla verifica della distribuzione dei vettori sul territorio e alla definizione delle mappe di rischio.

Rappresenta un pericolo per l’uomo?

L’agente della Blue Tongue non è pericoloso per l’uomo e quindi carni e prodotti lattiero-caseari possono essere consumati senza problemi.

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