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Perdono postumo a sette afro-americani finiti sulla sedia elettrica 70 anni fa

La sedie elettrica di un museo

Settant'anni fa furono condannati a morte per lo stupro di una donna bianca e finirono i loro giorni sulla sedia elettrica: sette afro-americani della Virginia hanno ricevuto il perdono postumo del governatore Ralph Northam in un pubblico mea culpa per un clamoroso esempio di "disparità razziale» sull'uso della pena capitale. Il caso dei "Martinsville Seven", come vennero chiamati allora, attirò al tempo del processo istanze di clemenza e proteste da parte di cittadini e istituzioni in tutto il mondo.

Nei codici della Virginia lo stupro era ancora un reato punibile con la pena capitale (ci pensò la Corte Suprema nel 1977 a definirla una «punizione sproporzionata e eccessiva» per questo tipo di delitto), ma a finire sulla sedia elettrica, ha detto Northam, erano quasi esclusivamente neri: «Francis DeSales Grayson, Frank Hairston Jr, Howard Lee Hairston, James Luther Hairston, Joe Henry Hampton, Booker Millner and John Clabon Taylor furono messi a morte per il colore della loro pelle e non è giusto. La punizione non era commisurata al delitto. Non doveva succedere».

Settant'anni fa, come accadeva spesso allora, i sette afro-americani furono giudicati da una giuria di soli bianchi. Il perdono del governatore non ha affrontato la questione della colpevolezza dei condannati, ha solo riconosciuto che nei confronti dei sette uomini la giustizia era stata parziale. Northam ha annunciato la decisione dopo aver incontrato discendenti dei condannati e attivisti per una giustizia penale più giusta. Applausi e lacrime di commozione hanno accolto l'annuncio del governatore. I sette uomini, alcuni ancora teenager e altri poco più che ventenni, erano stati condannati per lo stupro di Ruby Stroud Floyd, una donna di 32 anni che nel gennaio 1949 si era recata in un quartiere a maggioranza nera di Martinsville per essere pagata per vestiti che aveva venduto. La donna aveva detto di esser stata stuprata da 13 uomini e aveva riconosciuto Grayson e Hampton, ma aveva avuto problemi a identificare gli altri violentatori. Northam ha detto che alcuni dei sette condannati erano incapaci di intendere e di volere all’epoca dell’arresto o non in grado di leggere le confessioni che avevano firmato. Nessuno di loro aveva avuto avvocati per assisterli durante gli interrogatori. «Avevo quattro anni. Ricordo quando la polizia venne a bussare alla nostra porta», ha detto tra le lacrime James Walter Grayson, il figlio di uno dei sette: «Papà ci diede un bacio prima che lo portassero via. Ora voglio pace».

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