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Dossier Tuttoscuola: 400mila alunni studiano in 14mila "classi pollaio"

In duemila scuole, quasi 400 mila studenti studiano in aule sovraffollate. «Sono quasi 14 mila le classi pollaio, gremite da 27 fino a 40 alunni». Si parla da anni di questi problema, «ma alla vigilia del terzo anno scolastico colpito dal Covid - che avrebbe dovuto far aumentare il grado di urgenza anche per i profili di sicurezza - non è cambiato nulla. E ora che non è più obbligatorio il metro di distanziamento in classe il problema esplode».

E’ quanto evidenzia il dossier «Classi pollaio, ora basta» di Tuttoscuola che traccia la mappa aggiornata del fenomeno. Al primo anno delle superiori le classi pollaio sono il 15% del totale. Il massimo affollamento si ha nei licei. In particolare nei licei scientifici al primo anno c'è addirittura una classe pollaio su quattro. Ma anche i piccolissimi bambini da 3 a 5 anni vivono il problema: il 5% delle classi delle scuole dell’infanzia sono eccessivamente numerose. Secondo Tuttoscuola, la «riduzione della numerosità delle classi può favorire il distanziamento e una più funzionale organizzazione della didattica». In particolare, sono circa 382mila gli alunni e quasi 25mila i loro insegnanti che nell’anno della pandemia sono stati assegnati nelle 13.761 classi over26 dei diversi ordini di scuola. Nella secondaria di II grado all’inizio dell’anno scolastico 2020-21 ben 587 istituti si sono trovati nella condizione di dover gestire una o più classi da 27 e più studenti per un totale complessivo di 9.974 classi ipernumerose. Alcune hanno numeri elevatissimi: tra prime e seconde classi uniche delle superiori, nel 2020-21 sono state formate 13 classi con addirittura 40 studenti e 75 classi con un numero di studenti compreso tra 31 e 39.

Sono stati i licei scientifici - secondo l’analisi di Tuttoscuola, la testata di informazione specializzata sul mondo dell’educazione - ad avere il maggior numero di classi con non meno di 27 studenti. Del resto sono anni che nella scelta delle famiglie i licei scientifici sono in forte crescita (alla quale evidentemente si è risposto più riempiendo le aule che aumentando il numero delle classi). Le classi oltre il limite sono state infatti 3.899, pari al 13% delle 29.295 classi del settore; seguono i licei classici, in termini di incidenza percentuale: il 9,4% delle 12.275 classi funzionanti e 1.206 classi sono oltre il limite. In valori assoluti negli istituti tecnici le classi con non meno di 27 studenti erano nel 2020-21 2.919, pari al 7,1% delle 41.007 classi di questo settore, quasi appaiati dagli ex Istituti magistrali con il 6,9%. Gli istituti professionali, invece, presentano un numero relativamente ridotto di classi (955) con il limite superiore ai 26 alunni (3,9% delle 24.311 classi funzionanti). Dal dossier di Tuttoscuola emerge che la massima concentrazione di classi pollaio è nei primi anni delle superiori.

Con riferimento a tutti gli indirizzi, nel primo anno della scuola secondaria di II grado nell’anno 2020-21 le classi con oltre 26 studenti sono state complessivamente 3.652, pari al 14,8% delle 24.613 prime classi esistenti. Un dato che fa riflettere: al primo anno delle superiori le classi pollaio sono il 15% circa del totale. Dal terzo anno la «selezione naturale» occulta brutalmente il problema attraverso bocciature e abbandoni. Nell’ultimo anno di corso ci sono state soltanto 462 classi con più di 26 studenti. Proposte per eliminare le classi pollaio Il dossier non si limita a fare un quadro della situazione, ma avanza anche alcune proposte, tra cui quella di definire un piano strutturale, evitando soluzioni a carattere temporaneo e di rivedere formalmente i parametri di formazione delle classi fissati dal DPR 81/2009. Fino a prevedere la costruzione di nuove scuole, progettate secondo il modello campus, che oltre ad essere funzionali all’utilizzo di metodologie didattiche innovative, ed eco-friendly, siano dotate di ambienti aperti di apprendimento e di aule spaziose in rapporto al numero di alunni.

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