L’estate italiana lascia un buco color nero nella mappa geografica dell’Italia: un’area verde grande 158.168 ettari, grande quanto Roma, Milano e Napoli messe insieme, è scomparsa, distrutta da una ondata di fuoco mai vista prima. L’arrivo dell’autunno segna, ogni anno, il passaggio nel dimenticatoio della politica dell’emergenza determinata dagli incendi, che questa estate è costata all’Italia vite umane, stragi di animali, enormi somme per lo spegnimento delle fiamme (per un’ora di volo di un canadair vengono spesi circa 6.000 euro) e la devastazione di un patrimonio ambientale e agricolo inestimabile che una generazione dovrebbe, invece, consegnare intatto a quella successiva.
«Gli incendi - ha sottolineato di recente la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, e le sue parole potrebbero valere per tutto il Meridione - colpiscono l’intero territorio regionale anche per effetto dei cambiamenti climatici, ma non mancano purtroppo le azioni dei piromani che ogni anno devastano il territorio. Sono necessari, oltre alla prevenzione e alla manutenzione sul territorio, anche controlli rigorosi sui comportamenti di eventuali malintenzionati che creano danni gravissimi all’ambiente dalla collettività». La politica non sembra, però, aver preso adeguata consapevolezza di quanto accaduto. Se il governo Draghi si è mosso con tempismo per dichiarare lo stato di mobilitazione della Protezione civile e per assicurare «un piano straordinario di rimboschimento e messa in sicurezza del territorio», il resto del dibattito oscilla tra invocazioni all’inasprimento delle pene per i piromani, appelli alla buona volontà del cittadino e richieste di ristori (che, ha assicurato l’esecutivo, arriveranno).
«E' ora di potenziare il soccorso: serve arrivare a 40 mila unità operative», ha detto, invece, il coordinatore nazionale della Funzione Pubblica dei Vigili del Fuoco, Mauro Giulianella. La dotazione organica reale del corpo dei Vigili del Fuoco, è «attualmente di circa 35 mila unità, le assunzioni non coprono neanche i pensionamenti e il personale è chiamato al raddoppio dei turni, al prolungamento di orario e agli straordinari». Gli ambientalisti mettono, dal canto loro, l’accento sul "catasto degli incendi".
Se è vero che la legge vieta per dieci anni di costruire edifici o installare infrastrutture su terreni bruciati, è altrettanto vero che, afferma un dossier di Europa Verde, il 44% dei comuni non ha richiesto il catasto degli incendi, necessario alla catalogazione e alla tutela di centinaia di migliaia di ettari.
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