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Focolai di "lingua blu" in Sardegna: oltre 12 mila le pecore colpite

La nuova epidemia di febbre catarrale degli ovini ha colpito finora 12.800 pecore, su un totale di 168.788 presenti negli allevamenti in cui il virus è stato riscontrato

E’ salito a 585 il numero di focolai di lingua blu in Sardegna. La nuova epidemia di febbre catarrale degli ovini ha colpito finora 12.800 pecore, su un totale di 168.788 presenti negli allevamenti in cui il virus è stato riscontrato. Ne sono morte 898, mentre 12.598 presentano sintomi clinici. I casi sono concentrati soprattutto nel Nuorese (337) e nell’Oristanese (98), secondo i dati riferiti oggi dall’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, e dal suo staff alla Sesta e alla Quartu commissione del Consiglio regionale riunite in seduta congiunta.

Al momento sono disponibili oltre 122 mila vaccini, ma per iniettarli ci sono difficoltà dovute alla carenza di personale veterinario. L’Istituto zooprofilattico della Sardegna, diretto da Giovanni Filippini, ha individuato quattro sierotipi del virus che causa la lingua blu ed è diffuso da un insetto vettore. «La lotta all’insetto», ha ricordato Filippini stamane in audizione, «si fa anche con la prevenzione ambientale e con un largo uso dei repellenti».

L’assessore Nieddu ha confermato il suo impegno una campagna massiccia di vaccinazione: ieri, durante il question time, aveva annunciato al Consiglio regionale che sono in fase di acquisizione altre 600 mila dosi di vaccino. Sono 424, per un totale di 52 mila capi, le aziende che avranno priorità nella campagna vaccinale.

Nel frattempo saranno usati insetto-repellenti nelle aree d’infezione per contenere l’epidemia. Inoltre, aveva riferito Nieddu, è stato chiesto all’assessorato all’Agricoltura di assegnare alla Sanità 90 veterinari, assunti in Laore, perchè possano essere coinvolti nella vaccinazione contro la lingua blu. Il presidente della commissione Agricoltura, Piero Maieli, ha annunciato una prossima seduta per un confronto fra Ats, Regione e Istituto zooprofilattico. «Dobbiamo superare per forza il problema dei ritardi», ha detto Maieli, «e trovare, anche con una legge, la formula adeguata per indennizzare gli allevatori per i danni che stanno subendo».

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