Lunedì 25 Novembre 2024

Scuola, inizio più vicino. Il ministro Bianchi spiega: "In caso di contagi non si chiude"

C’è ancora la scuola al centro del dibattito nazionale e il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, è tornato a parlarne intervenendo al teatro Ariosto a Reggio Emilia, durante il convegno “La città che si fa scuola”. Il primo tema è stato quello delle classi affollate o “classi pollaio”: «Sono il 3%, neanche. E sono concentrate nelle grandi scuole di periferia. Come soluzione mi dicono sempre: bisogna sdoppiare le classi. Ma chi dice questo non è mai stato in una classe. Non si può all’improvviso staccare una parte di classe e metterla con altro personale neo assunto che i ragazzi non conoscono. Come si fa allora? Superando il concetto di classe. Sconfinare e diffondere la scuola, proprio come Reggio Emilia insegna con il progetto di “scuola diffusa”». «Sta succedendo una cosa interessante – ha continuato il ministro - il nostro Paese sta diventando un riferimento per l’Europa e per tutto il mondo. Io stesso ho presieduto il G20 dell’Istruzione e molti mi hanno parlato del percorso di Reggio Emilia. La scuola diffusa è sicuramente materia rilevante, ma non fermiamoci lì. È l’idea di un Paese che non ha paura di aprirsi e ha il senso delle proprie responsabilità e dei propri doveri. Siamo un Paese strano che, diversamente da altri, pensate alla Francia, ha sempre la capacità di evidenziare le nostre incapacità. Dobbiamo andare nei contesti internazionali per farci ricordare chi siamo veramente». E ancora il ministro Bianchi ha aggiunto: «Noi abbiamo lavorato fin da aprile per tornare a scuola, i bambini sono sempre rimasti a scuola, abbiamo fatto gli esami in presenza e d’estate abbiamo fatto un programma straordinario che ha coinvolto tutte le scuole del paese. Torniamo in presenza perché 1 milione e 100 mila persone stanno lavorando nella scuola per questo». E anche per evitare rischi all’esterno degli istituti, come lamentato dai presidi: «L'assembramento non c'è, i genitori hanno sempre portato i figli alle porte della scuola. La sigla sindacale dei presidi segnala ancora una volta problemi che ci segnalano da aprile. Credo che alla base ci sia un principio fondamentale: i grandi tutelano i piccoli. Questo è quello che stiamo facendo da sempre. Il genitore che deve entrare a scuola per parlare con un insegnante, lo farà nella tutela di tutti. È quello che stiamo facendo e che abbiamo sempre fatto. Ci sono dei problemi? Certo - ha ammesso – ma problemi che abbiamo accumulato negli ultimi 30 anni e che stiamo affrontando come sempre tutti assieme». Bianchi, inoltre, ha assicurato che da lunedì sarà operativa la piattaforma digitale per il controllo del green pass: «È già pronta, è funzionante, ci siamo tenuti questi giorni per collaudarla e verificarla. Da lunedì 13 sarà disponibile ai presidi che sono responsabili del procedimento, in tutela di tutti. Sarà il preside a controllare, perché c'è un problema di tutela: il preside apre il computer e vede i nomi, ma sono dati riservati e quindi non diffondibili. Ci sarà l’indicazione verde al green pass o rossa. Il dato non è cumulabile e quindi non ci saranno archivi. Per quanto riguarda il personale delle mense dovrà essere controllato dal datore di lavoro». Nessun controllo del green pass per gli studenti: «Il decreto di ieri è stato molto chiaro, i ragazzi non devono farlo. Noi insistiamo molto sui grandi proprio per permettere ai figli di entrare a scuola senza problemi. C'è un’unica eccezione - ha sottolineato - per i ragazzi iscritti all’Its, perchè l’Its è come l’università. I ragazzi non devono fare nulla, stanno già facendo tantissimo: il tasso di vaccinazione tra i ragazzi è altissimo, danno un grande insegnamento a tutti». Invece, per quanto riguarda eventuali contagi a scuola, le dinamiche sono chiare: «Nel decreto del 6 agosto c'è scritto in maniera molto chiara: si isola in maniera specifica quella situazione. Ma non è più fattibile chiudere tutte le scuole della regione se c'è un problema in una scuola. Abbiamo un piano specifico - ha concluso il ministro dell'Istruzione - con tutte le condizioni rischiose già previste. Stiamo facendo una battaglia importante, spero sia l’ultima, ma si fa tutti insieme».

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