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Napoli, 28enne incinta e non vaccinata si ammala di Covid: si aggrava e muore dopo il parto

Non era vaccinata, ha contratto il Covid mentre era incinta, ha partorito all’ottavo mese ma non ce l'ha fatta ed è morta. E’ accaduto a Napoli dove una donna era ricoverata in terapia intensiva al II Policlinico: era intubata da circa dieci giorni dopo essere stata ricoverata ad agosto. E’ la seconda donna incinta deceduta nel reparto specializzato del nosocomio, la prima era morta durante la prima ondata della pandemia, prima che ci fosse il vaccino, aveva comorbilità importanti ed era incinta di 16 settimane. Con lei morì anche il figlio. La ragazza morta oggi era di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), era stata ricoverata lo scorso 29 agosto e i medici hanno fatto nascere suo figlio con un cesareo a 35 settimane.

Il bimbo ora sta bene. «Nei giorni seguenti al parto - spiega all’ANSA Giuseppe Bifulco, professore di ginecologia e ostetricia e direttore del reparto per le donne incinte con Covid al Policlinico - c'è stato un aggravamento del quadro respiratorio e avevamo dovuto trasferirla in rianimazione da un decina di giorni, ma oggi non ce l’ha fatta». Due giorni fa nel reparto era morta una bimba nata prematura di 26 settimane da una mamma non vaccinata e affetta da Covid Le corsie del reparto restano piene. «Abbiamo ancora due ragazze in terapia intensiva - ricorda Bifulco - e gli arrivi sono costanti. Anche confrontandoci con altri colleghi sul territorio sappiamo di molte donne incinte infettate anche se asintomatiche. Noi possiamo solo ricordare a tutte le donne in attesa di fare il vaccino dopo il terzo mese per evitare rischi e il cesareo prematuro».

L’afflusso di donne incinte no vax prosegue nel reparto del Policlinico e ieri anche il governatore campano Vincenzo De Luca ha rinnovato il suo appello: «alle donne in stato di gravidanza dico di fare il vaccino dopo i primi tre mesi. Poi ognuno faccia le sue scelte. Noi più di quello che stiamo facendo non possiamo, dipende da voi la durata di questo calvario" Nelle scorse settimane neonatologi, pediatri e ginecologi avevano segnalato al Ministero della Salute di accelerare la vaccinazione anti-Covid delle donne in gravidanza ed in allattamento e dei bambini di età superiore ai 12 anni, affermando che ci sono «gravi anche per queste categorie».

I vaccini a mRNA, sottolineano le associazioni di specialisti sono "assolutamente sicuri sia per le donne in gravidanza, sia per le donne che allattano. In alcuni centri di riferimento nel mondo (come a Parigi, in Israele, in Belgio, in Irlanda, negli USA) la vaccinazione in gravidanza viene offerta di routine. Non esistono controindicazioni e il vaccino, non influisce sulla fertilità della donna, nè vi è alcun motivo per rimandare una gravidanza». Queste indicazioni sono fornite anche in Italia dall’ultima circolare del Ministero della Salute del 4 agosto e ribadite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in un documento del 25 giugno. (ANSA).

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