Domenica 22 Dicembre 2024

La scuola non chiuderà per Covid. Bianchi: "Mai più interi istituti a casa". Domani si riparte

"E' scritto chiaramente nel decreto del 6 agosto, il 111: se in un istituto si certifica un focolaio, si isola l’istituto. Se il contagio è in una classe, si isola la classe. Non vedremo più intere Regioni con i plessi chiusi per il Covid. Abbiamo scelto un approccio strutturale per non tornare più in Dad. La scuola sarà l’ultima cosa che chiuderà nel Paese". Lo dice il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in un’intervista alla Repubblica.

Mascherina in classe

Quanto alla possibilità di togliere la mascherina nelle classi con tutti vaccinati, dice Bianchi, "è una chiara indicazione del decreto 111, una linea di marcia: lavoriamo per una nuova normalità e daremo segnali importanti in questo senso. Partiamo con l’anno e poi lo faremo, stiamo lavorando alle linee guida". Bianchi spiega per per evitare l’aumento dei contagi con la riapertura delle scuola, "abbiamo fatto tutto il possibile per evitarli".

Vaccinazioni: dati incoraggianti

"Abbiamo seguito le indicazioni del Comitato tecnico scientifico che si è mosso sulla base del forte aumento delle vaccinazioni - spiega Bianchi - il personale scolastico che è entrato nel ciclo vaccinale è al 93%". "Sono molto incoraggianti - aggiunge - poi, le percentuali sugli studenti: due terzi, nella coorte 12-19 anni, sono alla prima dose. Tra i 16 e i 19 anni saliamo sopra il 70. Le scuole saranno sicure".

Allarme classi pollaio, lavori in corso

Nonostante l’emergenza Covid, in Italia 17mila classi sono composte da più di 25 alunni, appartenenti nel 55% dei casi agli istituti di secondo grado. E’ l’allarme lanciato da Cittadinanzattiva che chiede al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e al governo di abrogare il decreto legge 81 del 2009, cosiddetto Tremonti-Gelmini, che consente fino a 30 alunni per classe nelle scuole secondarie di I e II grado, per ritornare ai parametri stabiliti dalla normativa antincendio (DM 26.08.1992) che fissano il numero massimo in 25 alunni (26 con l’insegnante) e a quelli del DM18/12/1975 che prevede uno spazio 'vitale' per alunno di 1,80 mq e 1,96 mq secondo il tipo di scuola. Bianchi affronta anche la questione delle cosiddette classi pollaio: "Il dato che usiamo è quello che ci impone la legge, ma uno degli assunti principali del Piano nazionale di resilienza e resistenza è dimezzare le classi numerose. Insieme a questo lavoro, rivedremo i parametri massimi. C'è un altro modo per uscirne, ed è la programmazione. Con l’Inps siamo riusciti a fare un quadro degli insegnanti che andranno in pensione da qui al 2030, in media 27.000 ogni anno. E ogni anno li sostituiremo. Nonostante la caduta demografica, manterremo gli organici intatti. Diminuiscono gli studenti, ma non gli insegnanti. Questo sgonfierà le classi e migliorerà la didattica generale".

Quasi 5mld per l'infanzia

Quanto al futuro, "con 4,6 miliardi proveremo a dare a tutti i bambini d’Italia gli stessi servizi per l’infanzia. Diciamo entro il 2026, quando quei soldi dovremo iniziare a restituirli all’Europa. Oggi le possibilità per un genitore di Reggio Emilia di trovare un posto per il figlio all’asilo nido sono pari al 52 %, a Reggio Calabria meno del 5".

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