«Una premessa è necessaria: facciamo tutti quanti il tifo per la scuola in presenza, su questo non c'è dubbio. Ma è altrettanto necessaria un’altra premessa: non c'è nulla di gratis a questo mondo, e purtroppo l’apertura delle scuole sicuramente ci darà qualche problema». Così a "Timeline", su Sky TG24, il Direttore di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli. «Il problema che mi aspetto - ha proseguito - è quello di un aumento della diffusione dell’infezione, perché purtroppo non tutti i bambini sono vaccinati, gli adolescenti lo sono solo in parte, e, ahimè, questa variante è particolarmente in gamba nell’infettare anche i ragazzini e i bambini». Questo «è l'elemento che più mi preoccupa, perché comunque l’aumento della circolazione nei bambini potrebbe diventare un aumento della circolazione anche in quella fetta di adulti che si ostinano a non vaccinarsi o che, per i più svariati motivi - conclude l'esperto - non si sono potuti vaccinare». Galli: terza dose dove necessaria e in determinate situazioni La terza dose del vaccino anti-Covid, secondo Massimo Galli "va fatta ove si definisca necessaria e in determinate situazioni; sono invece meno propenso per una terza dose a tutti perchè questo ha meno significato anche dal punto di vista del risultato previsto». «Si è discusso sulla terza dose sulla base di dati israeliani e dagli Usa che vedono un certo numero di infezioni in soggetti vaccinati. Si va quindi a ipotizzare - rileva Galli - che dopo un certo lasso di tempo il vaccino anti-Covid perda efficacia, ma la mia netta impressione è che ci siano persone che rimangono protette per mesi e altre che rispondono poco o per nulla al vaccino. Quindi, chi non risponde potrebbe non rispondere neanche alla terza dose». Partire dalle persone immunodepresse per effettuare la terza dose, precisa l’infettivologo, «ha invece un senso. Ma avrebbe secondo me un senso ancora maggiore se tutto ciò venisse fatto sulla base di una valutazione della risposta anticorpale individuale attraverso un test sierologico». Parlare di una terza dose generalizzata è invece, secondo Galli, «un approccio al problema discutibile, nel senso che dovrebbe essere fiondato su basi scientifiche più approfondite». In altri termini, chiarisce, «forse non abbiamo ancora tutti i dati che vorremmo per decidere che va bene fare una terza dose a tutti. Del resto, resta il problema dei problemi, ovvero capire quanto effettivamente dura la risposta immunitaria individuale. Sappiamo che è molto variabile, anche se nella maggior parte delle persone abbiamo probabilmente una accettabile copertura dalle forme gravi di Covid-19 per più di un anno». Su queste basi, conclude, «credo che la decisione sulla terza dose dovrebbe essere presa un po' meno sulla base di una scelta che appare più che altro burocratica».
Galli: la variante Mu sfugge ma meno diffusiva di Delta
«La variante mu» del Covid «sembra essere più portata a sfuggire agli anticorpi e alla risposta immunitaria innescata dai vaccini». «Di buono c'è che questa variante non ce la fa in nessun modo a vincere sulla delta perchè ritengo sia molto meno diffusiva», ha aggiunto.