Oggi 4 mln di studenti in classe, Bianchi: "La scuola ci fa Paese". Funziona il sistema Green pass
Inizia oggi il terzo anno scolastico dell’era della pandemia, ma stavolta il governo italiano è sicuro di avere le carte in regola perchè i ragazzi possano tutto l’anno frequentare la scuola in presenza. A creare qualche pensiero semmai è l’estensione del Green pass non solo a tutto il personale scolastico, ma anche ai genitori degli alunni: il rischio, temono i presidi, è che si possano creare file e malumori all’ingresso dei nidi, delle scuole materne e delle prime classi delle elementari. Solo per le materne bisognerà controllare quasi 3 milioni di green di chi accompagna e riprende i bambini da scuola con il timore - paventato da alcuni - che servano da una a due ore solo per i controlli.
Green pass: il sistema funziona
La piattaforma per il controllo dei green pass a scuola «è attiva dalle 7 e ci sono state oltre 900 mila verifiche». L’ha detto ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, prima di entrare nella scuola primaria 'Carducci', nel centro di Bologna, per un saluto agli alunni nel primo giorno del nuovo anno scolastico. «Se considerate che non tutto il Paese è partito, ma 4.500 scuole su 8.000, pensate che risultato straordinario è. Tutto ieri l’abbiamo provata. Funziona». «Questo è un Paese che sa fare cose che funzionano», ha aggiunto il ministro. «Tutti me la stanno domandando in giro per l’Europa», ha detto riferendosi alla piattaforma.
Il senso delle regole
Ma controlli e regole sono stati inseriti proprio per garantire la presenza a tutti alunni che potranno rivivere l’esperienza della classe, dei compagni e della collettività. A far sperare l’Esecutivo che quest’anno la dad sarà solo un lontano ricordo è innanzitutto lo stato della campagna vaccinale, che ha già raggiunto oltre il 93% del personale scolastico che ha fatto almeno la prima dose -o quella unica- con cinque regioni che registrano il 100% dei vaccinati mentre nella fascia dei giovani tra i 12 e i 19 anni è stato superato il 60% di prime dosi.
Bianchi, ritrovarsi a scuola è una gioia grandissima
"Desidero esprimere il mio profondo ringraziamento a tutti voi, alle studentesse e agli studenti, ai genitori, al personale scolastico e amministrativo, centrale e territoriale, così come alle tante persone che contribuiscono ogni giorno alla vita delle nostre scuole. A voi tutti, i miei più vivi auguri per un sereno anno di lavoro e crescita, insieme», scrive il Ministro Patrizio Bianchi in una lettera inviata alla comunità scolastica. "Riparte una scuola che deve non solo riaprire - in molte regioni è stata aperta lo scorso anno - ma anche ripensarsi, deve tornare a essere il centro della nostra comunità ed essere conscia di se stessa. Il compito della scuola quest’anno è farci sentire Paese». Lo ha detto a Sky il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
I numeri della ripartenza
Sono 7.407.312 gli studenti che siederanno quest’anno tra i banchi delle scuole statali in tutta Italia a cui si aggiunge quasi un milione di ragazzi nelle scuole paritarie; oggi rientrano in classe in 3.865.365 in 9 regioni: Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Veneto, oltre a quelli della Valle d’Aosta e della Provincia di Trento. Per la ripartenza il governo ha stanziato quasi 2 miliardi: 150 milioni per lo svolgimento delle attività didattiche in sicurezza, altri 150 per il potenziamento delle competenze e il recupero della socialità nell’estate appena trascorsa, 350 milioni per la sicurezza degli istituti scolastici statali (sono compresi anche gli impianti di aerazione e di filtraggio dell’aria per le scuole che decidano di volerli nelle proprie aule) a cui si aggiungono 60 milioni per lo stesso scopo nelle paritarie, 342 milioni sono stati investiti per combattere il fenomeno delle cosiddette "classi pollaio", 400 milioni serviranno per gli incarichi temporanei al personale Ata e docente, 450 milioni per l’offerta del trasporto pubblico che è stata triplicata e 50 milioni sono stati messi nel Fondo spostamenti casa-scuola-casa.
Sulle classi pollaio
E' arrivato proprio in queste ore l'appello di Cittadinanzattiva al governo e al ministro Bianchi per abrogare il decreto "Tremonti-Gelmini", che consente fino a 30 alunni per classe nelle scuole secondarie di I e II grado, per ritornare ovunque ai parametri stabiliti dalla normativa antincendio che fissano il numero massimo in 25 alunni (26 con l'insegnante). «Sono quasi 17.000 le classi con oltre 25 alunni, appartenenti nel 55% dei casi agli Istituti di II grado. Una situazione che va sanata una volta per tutte», sostiene Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva. Per stamattina alle 10, intanto, è fissata una mobilitazione della Rete degli studenti davanti al Ministero dell’Istruzione e a più di cinquanta scuole nelle maggiori città, «per denunciare - spiegano i ragazzi - l’assenza di certezze sul rientro scolastico, il mancato coinvolgimento nelle decisioni prese e l’inesistenza di qualsiasi piano di investimento per il futuro delle nuove generazioni». E’ previsto anche uno sciopero del personale scolastico aderente al sindacato Anief mentre una manifestazione organizzata dal comitato Priorità alla scuola in tutta Italia si svolgerà il 20 settembre, giorno in cui torneranno in classe gli studenti della Puglia e della Calabria, gli ultimi a rientrare a scuola in Italia.
Proteste davanti agli istituti
Da Torino a Roma, passando per Milano, gli studenti si sono mobilitati questa mattina, primo giorno di scuola dell’anno scolastico, di fronte ad alcune scuole superiori con striscioni e megafoni. Gli studenti e il Fronte della Gioventù Comunista, organizzazione promotrice delle iniziative, hanno attaccato le modalità del rientro in presenza tra classi pollaio e sovraffollamento sui pullman. "Il ministro dell’Istruzione Bianchi ha dichiarato recentemente che le classi sovraffollate sono meno del 3%, la realtà però è ben diversa. Secondo i criteri del ministero una classe non è considerata sovraffollata se ogni studente ha più di due metri quadri a disposizione, uno spazio insignificante, tanto che non stupisce se l’anno scorso sono stati circa 216.000 unità gli studenti contagiati e più di 1.4 milioni quelli posti in quarantena. Poco nulla è stato fatto per garantire una scuola realmente sicura, non bastano pochi insegnanti in più o i banchi a rotelle per cancellare le classi pollaio. Le parole del ministro Bianchi sono una presa in giro», dice Simon Vial, responsabile scuola del FGC. «Lottiamo per una scuola realmente sicura e pienamente gratuita. La pandemia ha rafforzato problemi già presenti precedentemente nelle scuole pubbliche come le barriere per il diritto allo studio e ha evidenziato la necessità di cancellare le classi pollaio. Vogliamo classi da 15 persone per garantire la salute e la qualità della didattica, un serio piano per un efficiente e gratuito trasporto pubblico. Ci batteremo contro il Recovery Plan che prevede degli investimenti per l’istruzione però vincolati a pesanti riforme per rafforzare la presenza delle imprese private all’interno degli istituti scolastici: la scuola non è un’azienda». Gli studenti annunciano che scenderanno in piazza l’11 ottobre "nella stessa data dello sciopero generale dei lavoratori indetto dai sindacati di base per conquistare una scuola e un futuro diverso. Esprimiamo tutta la nostra contrarietà alle politiche del Governo che ha sbloccato i licenziamenti e sta gestendo la crisi pandemica per gli interessi delle aziende».
Gimbe, problemi non risolti. Unica novità è il vaccino
«Dispiace che il nuovo anno scolastico riparta con i problemi di sempre: le classi pollaio, la ventilazione, i trasporti. L’unica vera novità rispetto all’anno scorso è che disponiamo dei vaccini, ma sono disponibili solo per la fascia 12-19 anni e ad oggi in quella fascia c'è più di un terzo di studenti che non ha fatto neanche la prima dose». Così Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervistato durante la trasmissione 'L'Italia s'è desta', su Radio Cusano Campus. «E' fondamentale - ha aggiunto - che accanto alla copertura vaccinale vengano messe in campo le altre strategie: distanziamento, mascherina e gli screening periodici per identificare eventuali focolai di infezione».