Caso pm Milano: indagata a Brescia l'aggiunto Laura Pedio per i verbali di Amara sulla loggia Ungheria
C'è anche il procuratore aggiunto Laura Pedio tra i magistrati della Procura di Milano indagati a Brescia per la vicenda dei verbali dell’avvocato Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria, caso che, accanto a quello dell’ex pm Luca Palamara, ha provocato un terremoto tre le toghe di tutta Italia e che nasce dai procedimenti su Eni. L’iscrizione per omissione di atti d’ufficio di Pedio, come è accaduto anche per il Procuratore Francesco Greco, fa seguito alle denunce del pm Paolo Storari, pure lui indagato dalla magistratura bresciana per rivelazione di segreto d’ufficio così come l’ex consigliere del Csm, ora in pensione, Piercamillo Davigo. Proprio a lui Storari, nell’aprile 2020, consegnò copia di quei verbali segretati, per autotutelarsi, in quanto, a suo dire, Greco e Pedio (entrambi sono stati interrogati), avrebbero imposto uno 'stop' alle indagini tempestive da lui chieste ripetutamente sulle dichiarazioni rese nel dicembre precedente per la necessità, come è scritto in una mail di Pedio, di "definire il procedimento Eni con priorità assoluta». Le indagini, ora a Perugia, decollarono 12 maggio successivo con le iscrizioni di Amara, del suo collaboratore Alessandro Ferraro e dell’ex socio Giuseppe Calafiore. Il caso dei verbali di Amara è solo un capitolo di una vicenda intricata e delicata su cui il procuratore di Brescia Francesco Prete con il pm Donato Greco stanno indagando a 360 gradi senza tralasciare alcun particolare. Nemmeno, stando a indiscrezioni, su quanto è stato riferito dal capo della procura di Milano, tra due mesi in pensione, in merito alla mancata astensione del pm Storari dall’inchiesta sulla fuga di notizie aperta dopo il recapito di quelle carte scottanti in forma anonima e accompagnate da una lettera a un paio di giornalisti. Inchiesta di cui Storari si è spogliato lo scorso aprile, quando è venuto a galla che "il postino" è stata Marcella Contrafatto, allora segretaria di Davigo (nei suoi confronti è appena stata chiusa l’indagine poi trasmessa a Roma). Sempre a Brescia sono indagati per rifiuto di atti di ufficio un altro aggiunto di Milano, Fabio De Pasquale e il pm ora passato alla Procura Europea Sergio Spadaro per il filone che riguarda la gestione dell’ex manager della compagnia petrolifera Vincenzo Armanna, imputato e grande accusatore nel processo sul giacimento petrolifero nigeriano. Processo in cui tutti sono stati assolti in primo grado e che ha generato a uno scontro tra i primi deu con il Tribunale. Sul fronte romano ci sono, oltre all’indagine amministrativa del ministero, i procedimenti avviati dal Csm nei confronti di De Pasquale e Storari, il quale, si è visto 'assolverè dalla sezione disciplinare che ha respinto la richiesta del pg Giovanni Salvi di un suo trasferimento cautelare e il cambio di funzioni dall’ufficio milanese dove 56 pm su 64 pubblici ministeri, lo scorso luglio, hanno aderito a una lettera a suo sostegno. (ANSA).