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Vaccini, Draghi: l'Italia donerà 45 milioni di dosi entro l'anno ai Paesi poveri

L’Italia triplicherà il suo sforzo e «donerà 45 milioni di vaccini» ai Paesi più poveri «entro la fine dell’anno». Lo afferma il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento in videoconferenza al sumnmit sul Covid19, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu.
Draghi rimarca che nel mondo 2,5 miliardi di persone hanno completato il ciclo vaccinale e che un ulteriore miliardo è parzialmente vaccinato.

Ue e Usa aumentano gli sforzi per la «la vaccinazione globale»

Draghi sottolinea che la Ue e gli Usa vogliono aumentare gli sforzi per raggiungere «la vaccinazione globale». Per dare una risposta al Covid bisogna «cooperare» tra tutte le principali istituzioni internazionali. Il G20, che si terrà a Roma a fine ottobre, lavorerà anche «per superare le diseguaglianze» nella distribuzione dei vaccini.

Serve uno sforzo «più generoso» per il progetto Covax

Draghi ritiene necessario uno sforzo «più generoso» per il progetto Covax. La COVAX Facility, sostenuta dall’ONU, si prefigge di rendere disponibili due miliardi di dosi di vaccini anti-COVID-19 ai Paesi che vi partecipano entro la fine del 2021, comprese almeno 1,3 miliardi di dosi per le economie a basso reddito.
Per Draghi i problemi maggiori riguardano il trasporto dei vaccini e non la loro produzione. «Va superato - dice Draghi - l’insufficiente coordinamento con le autorità finanziarie. Il G20 si coordinerà con l’Oms, la Banca mondiale e altre organizzazioni internazionali. Accogliamo con soddisfazione la proposta degli Stati Uniti di creare un fondo finanziario» per affrontare la questione.

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