Un giovane su 5 tra i 15 e i 24 anni dichiara di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività. E i giovanissimi «potrebbero sentire per molti anni a venire l’impatto del Covid-19 sulla loro salute mentale e sul loro benessere». A stimare il costo psicologico della pandemia sono i primi risultati di un sondaggio condotto dall’Unicef e da Gallup in 21 paesi e presentato all’interno del nuovo rapporto Unicef «La Condizione dell’infanzia nel mondo - Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani», presentato oggi. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Unicef, a livello globale, almeno 1 bambino su 7 è stato direttamente colpito dai lockdown, mentre più di 1,6 miliardi di bambini hanno perso parte della loro istruzione a causa delle chiusure delle scuole. L'interruzione della routine, dell’istruzione, delle attività ricreative, così come la preoccupazione per il reddito familiare e la salute, spiega il rapporto, rende molti giovani spaventati, arrabbiati e preoccupati per il loro futuro. «Sono stati 18 lunghi mesi per tutti noi, specialmente per i bambini. Con i lockdown - ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef Henrietta Fore - a livello nazionale e le restrizioni di movimento legate alla pandemia, i bambini hanno trascorso anni indelebili della loro vita lontano dalla famiglia, dagli amici, dalle aule, dal gioco, elementi chiave dell’infanzia stessa». Non solo. L’impatto della pandemia sulla salute mentale «è solo la punta dell’iceberg. Anche prima della pandemia - conclude - troppi bambini erano gravati dal peso di problemi non affrontati di salute mentale».
Effetti collaterali del Covid, un giovane su cinque è depresso
Gli esiti di una ricerca effettuata tra i ragazzi rientranti nella fascia 15-24 anni
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