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Scontri no Green pass a Roma: sequestrato il sito web di Forza Nuova. Aperte due inchieste

Sequestro del sito web di Forza Nuova e due fascicoli di indagine sugli scontri avvenuti sabato nel cuore della Capitale. L’attività della Procura di Roma entra nel vivo e viaggia su due «livelli». Uno riguarda gli organizzatori del raid nella storica sede della Cgil e l’eventuale regia dei tafferugli avvenuti anche a poca distanza da Palazzo Chigi, l'altra su chi ha materialmente partecipato alle azioni di violenza, con il lancio anche di bombe carta, in cui sono rimasti feriti 38 appartenenti alle forze dell’ordine. A piazzale Clodio sono stati dunque avviati due procedimenti, mentre la polizia Postale ha eseguito un provvedimento di sequestro del sito di Forza Nuova per istigazione a delinquere aggravato dall’utilizzo di strumenti informatici o telematici.

Nel primo fascicolo di indagine, a carico di Roberto Fiore e Giuliano Castellino di Forza Nuova, l’ex Nar Luigi Aronica, l'attivista Pamela Testa, il leader del movimento IoApro, Biagio Passaro e Salvatore Lubrano si ipotizzano reati di istigazione a delinquere, devastazione e saccheggio.

Si tratta del gruppo che ha gestito e forse coordinato l’assalto alla sede sindacale mettendo in atto anche una sorta di azione «diversiva», il corteo diviso in due tronconi, per scongiurare l’intervento delle forze di polizia. Gli accertamenti sono affidati al gruppo di magistrati che si occupa dei delitti contro la personalità dello Stato, coordinati dal procuratore Michele Prestipino. Nei loro confronti si è proceduto alla richiesta di convalida dell’arresto al gip che dovrà, quindi, fissare gli interrogatori in carcere. I leader della manifestazione si trovano detenuti nel carcere di Poggioreale, a Napoli, e quindi non è escluso che l'atto istruttorio possa avvenire per delega o tutt'al più in videoconferenza. I pm capitolini, comunque, stanno valutando ulteriori aggravanti e non è esclusa anche l’ipotesi dell’associazione a delinquere. Al vaglio degli inquirenti, che puntano ad identificare altri manifestanti, ci sono video e molte foto che ritraggono gli indagati sullo scalone d’ingresso della Cgil in Corso d’Italia e in un caso anche un video all’interno della struttura fatto da Passaro nel corso di una diretta sui social network. Sotto la lente di chi indaga anche il comunicato diffuso ieri da Forza Nuova proprio attraverso il proprio portale web e sottoscritto da tre militanti in cui si afferma che «il popolo ha alzato la testa» e che «il livello dello scontro non si fermerà».

ll secondo fascicolo riguarda gli altri sei arrestati, ai quali si contestano a vario titolo i reati di resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e lesioni aggravate.

Per due - Fabio Corradetti (figlio della compagna di Giuliano Castellino) e Iorio Pilosio - è stata confermata la custodia in carcere. Per i giudici Corradetti deve restare in carcere per avere avuto «un ruolo deciso negli scontri avvenuti nella zona di palazzo Chigi" mentre Pilosio «ha ammesso di volere occupare il Parlamento». Per i magistrati sussistono «gravi indizi di colpevolezza ed esigenze cautelari per la gravità dei fatti contestati». Per Maurizio Bortolucci e Valerio Pellegrino i magistrati hanno invece deciso gli arresti domiciliari; per Gennaro Imperatore l'obbligo di firma tre volte alla settimana, mentre il divieto di dimora a Roma è stato ordinato per l’operaio di Favara, in provincia di Agrigento, Calogero Russello. Quest’ultimo è accusato di lesioni aggravate per avere lanciato una pala in direzione di alcuni fotografi e videomaker nel corso dei tafferugli avvenuti nella zona di via del Corso.

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