Domenica 10 Novembre 2024

Green pass obbligatorio al lavoro, Draghi firma il dpcm: valido anche il formato cartaceo - LE REGOLE

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, su proposta del ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del ministro della salute, Roberto Speranza, ha firmato il dpcm che adotta le linee guida relative all’obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde Covid-19 da parte del personale delle pubbliche amministrazioni, a partire dal prossimo 15 ottobre. Dal 15 ottobre sarà obbligatorio il Green Pass sui luoghi di lavoro. Occorrerà quindi mostrare di esserne in possesso e per facilitare il flusso di entrata e uscita, il Governo - nella bozza del DPCM - prevede l’utilizzo di un pacchetto di sviluppo per applicazioni (Software Development Kit-SDK), rilasciato dal Ministero della Salute con licenza open source, che consente di integrare nei sistemi di controllo degli accessi, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, le funzionalità di verifica della Certificazione verde COVID-19, mediante la lettura del QR code. Sono molte le novità previste dal provvedimento. Queste le più importanti.

GREEN PASS CARTACEO NEL PERIODO DI TRANSIZIONE

Nelle more del rilascio e dell’eventuale aggiornamento delle certificazioni verdi Covid-19 da parte della piattaforma nazionale DGC, i soggetti interessati possono comunque avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano» una delle condizioni necessarie che danno il via libera all’ingresso del posto di lavoro (certificazione, tampone o avvenuta guarigione dal Covid).

 ITALIANI VACCINATI ALL’ESTERO

Anche per loro sarà possibile ottenere il green pass. Secondo la bozza, il sistema Tessera Sanitaria «acquisisce tramite apposito modulo online, reso disponibile sul portale nazionale della Piattaforma-DGC, i dati relativi alle vaccinazioni effettuate all’estero dai cittadini italiani e dai loro familiari conviventi nonchè dai soggetti iscritti al Servizio sanitario nazionale che richiedono l’emissione della certificazione verde COVID-19 in Italia per avere accesso ai servizi e alle attività individuati dalle disposizioni vigenti».

CONTROLLI NON OLTRE 48 ORE PRIMA

I controlli del datore di lavoro affinchè i propri dipendenti arrivino ai tornelli o all’ingresso degli uffici muniti di green pass, che è obbligatorio a partire dal 15 ottobre, può avvenire in anticipo ma non prima di 48 ore. Tale limite è stato posto «per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come ad esempio quelle derivanti da attività lavorative svolte in base a turnazioni, o connesse all’erogazione di servizi essenziali».

COME AVVIENE LA VERIFICA

L'operazione di verifica di possesso del Green Pass avverrà tramite inserimento, da parte dell’operatore del numero di pubblica utilità del Ministero della salute, del codice fiscale e delle ultime otto cifre della tessera sanitaria dell’interessato e della tipologia e data dell’evento sanitario che ha generato il certificato.

VERIFICA GREEN PASS "AUTOMATIZZATA"

Nella verifica del green pass, il ministero della Salute «rende disponibili ai datori di lavoro specifiche funzionalità» affinchè tale operazione diventi «quotidiana e automatizzata». In pratica, verrà garantita l’informazione solo riguardo al «possesso» del certificato «in corso di validità». Non si conosceranno «ulteriori informazioni».

CONTROLLO DATORE DI LAVORO DEL GREEN PASS A CAMPIONE

Il soggetto preposto al controllo del green pass è il datore di lavoro, che può delegare questa funzione con atto scritto a specifico personale, preferibilmente con qualifica dirigenziale. Le linee guida lasciano libero il datore di lavoro di stabilire le modalità attuative. Il controllo potrà avvenire all’accesso, evitando ritardi e code durante le procedure di ingresso, o successivamente, a tappeto o su un campione quotidianamente non inferiore al 20% del personale in servizio, assicurando la rotazione e quindi il controllo di tutto il personale. Per le verifiche - spiega una nota di palazzo Chigi - sarà possibile usare l’applicazione gratuita Verifica C-19. Inoltre, saranno fornite alle amministrazioni applicazioni e piattaforme volte a facilitare il controllo automatizzato, sul modello di quanto avvenuto per scuole e università.

FLESSIBILITA' NEGLI ORARI DI INGRESSO E DI USCITA

Il Dpcm sul green pass nella pubblica amministrazione firmato oggi dal premier Mario Draghi prevede una maggiore flessibilità negli orari di ingresso e di uscita. Ogni amministrazione, anche al fine di non concentrare un numero eccessivo di personale sulle mansioni di verifica della certificazione verde, dovrà provvedere ad ampliare le fasce di ingresso e di uscita dalle sedi di lavoro del personale alle proprie dipendenze. Sarà quindi consentito il raggiungimento delle sedi di lavoro stesse e l’inizio dell’attività lavorativa in un più ampio arco temporale.

CON ASSENZE NON MATURANO FERIE E CONTRIBUTI

Per le giornate di assenza ingiustificata, dovute alla mancata presentazione del green pass, «al lavoratore non sono dovuti né la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati, incluse tutte le componenti della retribuzione, anche di natura previdenziale, previste per la giornata lavorativa non prestata». Lo si legge nelle linee guida sull'obbligo per la pubblica amministrazione. "I giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione di ferie e comportano la corrispondente perdita di anzianità di servizio».

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: SE ASSENZA PERSONALE OK MOBILITA' TRA UFFICI

Nel caso in cui, con l’entrata in vigore dell’obbligo di green pass, «dovesse emergere una interruzione di servizio essenziale, il Sindaco o il datore di lavoro, per le altre amministrazioni, potrà attivare, in via d’urgenza, convenzioni tra enti senza particolari formalità». Lo si legge nelle linee guida di Funzione pubblica e Ministero della salute sul personale della p.a, in cui si dispone inoltre che «agli stessi fini potrà essere adottata ogni misura di riorganizzazione interna, come mobilità tra uffici o aree diverse, idonea a fronteggiare l’eventuale impossibilità di poter impiegare personale perché sprovvisto di green pass».    

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