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Green pass, è il giorno dell'obbligo nei posti di lavoro. Oltre 1000 agenti in servizio a Roma

Stamane i sindacati, nell’incontro con il premier Mario Draghi, sono tornati a chiedere che siano le aziende a pagare i tamponi ai dipendenti

Mario Draghi

Niente tamponi gratuiti, nessun rinvio dell’obbligo di Green pass. Con questi no Mario Draghi difende la scelta di introdurre il Green pass nei luoghi di lavoro. Lo fa alla vigilia di un venerdì che si annuncia di disagi e proteste, con minacce di blocchi e manifestazioni. I dati gli dicono che l’effetto di spinta ai vaccini c'è e che imprese e lavoratori si sono preparati al «black Friday" dell’obbligo. E così il premier dice no a quella gratuità dei tamponi che vanificherebbe l’effetto di spinta alle vaccinazioni. Ma concede in extremis un’apertura concreta, ai datori di lavoro che decidano di sostenere le spese dei tamponi per gli "irriducibili": di fronte alla richiesta dei sindacati, risponde che valuterà ulteriori detrazioni rispetto al credito d’imposta al 30% ora a disposizione delle aziende.

La misura, che non dovrebbe arrivare in Cdm domani, non potrà però coprire l'intero costo del tampone, perché il governo non intende farsi carico di questa spesa per chi sceglie il no al vaccino. L’attenzione del governo è alta, sia sul fronte del lavoro che su quello delle proteste No-Pass. L’allerta si è alzata dopo gli scontri di sabato scorso a Roma ma i prossimi giorni serviranno a capire se gli animi si sono esacerbati al punto da alimentare sempre nuove proteste o se le manifestazioni rientreranno in un alveo più contenuto. Quanto ai rischi di rallentamento o blocco del lavoro, si osserveranno con grande attenzione dati e nodi particolari, pronti a intervenire, ma senza temere un caos incontrollato, con problemi di scorte o supermercati vuoti. La convinzione del governo è che le proteste e le minacce di blocco vengano da una minoranza e che si sia fatto tutto quanto necessario perché i lavoratori, le amministrazioni e le imprese affrontino l’entrata in vigore dell’obbligo in maniera ordinata. Anzi, i segnali mostrerebbero la spinta delle imprese è intervenire per prevenire i problemi ed evitare rallentamenti della produzione. Il messaggio è dunque di tranquillità nell’affrontare un passaggio impegnativo: Draghi neanche affronta il tema con i ministri convocati nella cabina di regia sul decreto fiscale.

Quanto ai dati, sul tavolo di Palazzo Chigi arriva un report della struttura commissariale secondo cui le prime dosi sono cresciute del 46%, rispetto al trend atteso in assenza di obbligo: 559.954 prime dosi in più dall’introduzione della misura il 16 settembre. L’Italia è sopra la media di Francia e Germania, con l’85,11% di vaccinati con una dose, circa 46 milioni di over 12. L’effetto, notano dal governo, è una spinta ulteriore a svuotare le terapie intensive e a evitare che un’economia in ripresa sia costretta di nuovo a rallentare. Vengono anche osservati sondaggi come quello di Swg per la7 secondo cui il 65% sarebbe favorevole al Green pass, contro il 25% di contrari. Se fallisse questa misura, nel portare le vaccinazioni oltre la soglia di tranquillità del 90%, non resterebbe che valutare l’obbligo di vaccino, un tema che però non è oggi all’ordine del giorno. Di sicuro in favore dell’obbligo di vaccino sarebbe non solo il Partito democratico, ma anche Silvio Berlusconi, che pone Forza Italia su una linea di grande sostegno all’obbligo di pass ma anche - se servirà - a scelte più incisive. Una posizione, questa, che spacca il centrodestra e che Matteo Salvini accoglie con grande freddezza: «Siamo tra i più vaccinati al mondo, il tema dell’obbligo non è attuale. Ognuno dica quello che vuole, non è oggetto di attenzione né mia né del Governo». Di più. Il leghista continua a chiedere «tamponi rapidi e gratuiti» per i non vaccinati, perché «nessuno resti senza stipendio», restando fuori dal lavoro perché senza Green pass. «Non è possibile lasciare a casa migliaia di insegnanti, medici, infermieri, poliziotti, pompieri», dichiara il leghista. Ma, ribatte da sinistra Enrico Letta, «concedere il tampone gratis sarebbe come aprire a un condono per gli evasori fiscali». «L'avvio sarà complicato, ma la strada è giusta: con la buona volontà di tutti i disagi saranno ridotti al minimo», dice il ministro Andrea Orlando.

Il ministro del Lavoro Orlando: "Prezzi ridotti sì, tamponi gratis no"

«Io ho sempre detto calmeriazione sì, gratuità no. Credo debba restare questo principio. Penso che dobbiamo preoccuparci dei dubbi di alcuni ma anche della tutela dei molti che si sono vaccinati» per «rispettare la loro scelta e il loro senso civico». Così il ministro del Lavoro Andrea Orlando rispondendo sulle richieste dei sindacati sul costo dei tamponi, a margine di un evento elettorale con il candidato a sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. «Se temo problemi domani con l’avvio del green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro? Credo sarà un passaggio non semplice», un «avvio sicuramente complicato. Era nell’ordine delle cose. Ma é il prezzo da pagare per spingere nella direzione giusta il paese» verso «la vaccinazione e la sconfitta del virus. Io credo che disagi possono essere ridotti» ha detto ancora Orlando. «Io penso che ci siano le condizioni affinché disagi e difficoltà siano ridotti al minimo, se c'è la buona volontà di tutti e lo spirito di confronto che oggi si è manifestato nell’incontro con i sindacati», aggiunge.

Conte: "Il prezzo dei tamponi va calmierato"

«Il costo dei tamponi va calmierato ulteriormente, perché chi vive in situazioni di indigenza deve avere la possibilità di fare un test senza che pesi in modo drammatico sul bilancio familiare. Su questo ci aspettiamo un impegno chiaro da parte del governo». Così il leader M5s Giuseppe Conte in un post. «Il Movimento 5 Stelle chiede di calmierare immediatamente il prezzo dei tamponi e valutare, nel giro di qualche settimana, la proporzionalità delle misure adottate alla luce della nuova situazione epidemiologica e del trend di vaccinazione» aggiunge.

Sicurezza: oltre 1000 agenti oggi in servizio a Roma

Oltre 1000 agenti delle forze dell’ordine sono impiegati per garantire la sicurezza a Roma dove è in programma una manifestazione contro il Green pass al Circo Massimo e gli eventi di chiusura della campagna elettorale. Presidiato il centro storico, con particolare attenzione ai palazzi istituzionali e gli obiettivi sensibili.

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