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Il blitz alla sede della Cgil, restano in carcere Castellino e Fiore di Forza Nuova

«Davanti alla sede della Cgil volevamo fare solo un sit-in». Con queste parole i leader di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino, si sono difesi davanti al giudice che li ha interrogati questa mattina in videoconferenza. Una tesi sostenuta anche da alcuni degli altri arrestati dopo la devastazione del corteo no-Green pass a Roma. Parole che però non hanno convinto il gip, Annalisa Marzano, che ha deciso di confermare la custodia cautelare in carcere per tutti, sia per Fiore e Castellino che per l’ex Nar Luigi Aronica, Pamela Tesa, Biagio Passaro di "IoApro" e Salvatore Lubrano. Al giudice che li ha interrogati, Fiore e Castellino hanno spiegato che la loro partecipazione alla manifestazione di piazza del Popolo era da semplici cittadini contrari all’obbligo di Green pass e non da leader politici. «Eravamo in piazza per protestare contro il Green pass ma non come militanti di Forza Nuova perché il movimento non opera più», hanno ripetuto al gip. Sta di fatto, però, che l’organizzazione neofascista ha continuato a diffondere notizie e comunicati fino a qualche giorno fa quando è stato disposto il sequestro preventivo del loro sito internet. Tra l’altro non sono pochi i profili social di sedi locali di Forza Nuova, dalla Sicilia al Veneto, che continuano a diffondere note di «solidarietà» agli arrestati. Sui loro profili spuntano anche gli striscioni esposti in questi giorni in diverse città italiane in cui si chiede «libertà per i resistenti».

In collegamento dal carcere di Poggioreale, Fiore e Castellino hanno dovuto rispondere anche della devastazione alla sede della Cgil, sostenendo che in realtà si sarebbe dovuto trattare di un semplice sit-in. «Alcuni facinorosi sono sfuggiti al controllo e hanno preso il sopravvento», si sono difesi davanti al giudice gli arrestati. L’ex Nar Luigi Aronica e Giuliano Castellino hanno sostenuto di non essere mai entrati nella sede del sindacato mentre Roberto Fiore ha precisato di esserci entrato in un secondo momento, quando all’interno c'erano già gli agenti di polizia. Nel corso dell’atto istruttorio, durante il quale tutti i sei arrestati hanno risposto alle domande del magistrato, gli indagati hanno sostanzialmente respinto le accuse affermando di «avere operato affinché le cose fossero contenute e ordinate, per agevolare il lavoro delle forze dell’ordine con cui abbiamo trattato». Al termine dell’interrogatorio, l’avvocato Paolo Colosimo, difensore di Aronica, ha affermato che il suo assistito «ha ricostruito tutti i fatti e la totale mancanza di episodi di violenza da parte sua». «Aronica - ha precisato - ha preso distanza dell’assalto alla Cgil. Abbiamo prodotto un video documentale per dimostrare che si è comportato bene davanti alla sede del sindacato dei lavoratori». Intanto proseguono le indagini per ricostruire con esattezza quanto sia accaduto sabato scorso, quando la manifestazione si è trasformata in una «guerriglia urbana» con «spranghe e bastoni" - come scrive la Procura - aizzata da almeno «50 persone». Gli indagati, saliti ormai a una trentina, rischiano di aumentare ancora di più. Al vaglio degli inquirenti le immagini e i video dei disordini, che potranno far luce su alcuni punti ancora oscuri sugli scontri.

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