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'Ndrangheta, rifiuti tossici interrati in Calabria: valori di contaminazione sopra soglia 6.000%

Immagine d'archivio

Residui provenienti dalla lavorazione di metalli e fanghi venivano smaltiti da ditte legate alla 'ndrangheta in terreni agricoli. E’ quanto emerge dall’operazione «Mala Pigna» che stamane ha portato all’esecuzione di 29 misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta sullo smaltimento illegale di rifiuti da parte di aziende legate al clan della 'ndrangheta dei Piromalli. L’attività riguardava lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti speciali, anche pericolosi, attraverso attività di interramento nel suolo, su cui sono stati eseguiti accertamenti tecnici da parte di Consulenti nominati dalla magistratura.

Dalla sede della società «Ecoservizi s.r.L.», ditta di trattamento di rifiuti speciali di natura metallica sita nella zona industriale del Comune di Gioia Tauro (Reggio Calabria) e gestita dalla famiglia Delfino, partivano autocarri con il cassone carico di «Car Fluff», un rifiuto di scarto proveniente dal processo di demolizione delle autovetture, e giungevano in terreni agricoli posti a pochi metri di distanza. Qui venivano interrati enormi quantitativi di rifiuti, anche a profondità significative. Gli accertamenti eseguiti hanno consentito di individuare anche l’interramento di fanghi provenienti presumibilmente dall’industria meccanica pesante e siderurgica.

I terreni agricoli, a seguito degli interramenti, risultano gravemente contaminati da sostanze altamente nocive, alcune di esse rilevate sino a valori pari al 6000% del limite previsto, «con il concreto ed attuale pericolo - sottolineano gli inquirenti - che le sostanze inquinanti possano infiltrarsi ancor più nel sottosuolo determinando la contaminazione anche della falda acquifera sottostante».

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