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Draghi: sforzo straordinario dell’Italia sulla vaccinazione, superata la media Ue

Il premier si è recato in Senato parlando di migranti, campagna vaccinale, approccio in caso di altre pandemie e transizione ecologica

Mario Draghi

 «Uno sforzo straordinario» dell’Italia nella campagna di vaccinazione, tanto da superare la media europea. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, interviene in Senato per illustrare la posizione che il governo porterà domani e dopodomani al Consiglio europeo di Bruxelles, ringrazia «lo sforzo di medici e infermieri e di tutto il sistema sanitario nazionale», ma anche coloro i quali hanno deciso di vaccinarsi «superando le resistenze» iniziali e sottolinea il record italiano nella campagna vaccinale europea anti Covid.

«Dopo un avvio stentato, la campagna di vaccinazione europea ha raggiunto risultati molto soddisfacenti - premette Draghi - nell’Unione europea, quasi quattro adulti su cinque hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, per un totale di 307 milioni di persone. In Europa, abbiamo somministrato 130 dosi di vaccino per 100 abitanti, a fronte delle 121 negli Stati Uniti», aggiunge.
Ma in Italia, continua Draghi «la campagna procede più spedita della media europea. A oggi, l’86% della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto almeno una dose e l’81% è completamente vaccinata». L’accelerazione è avvenuta negli ultimi mesi, continua il premier, che ricorda come «prima dell’ultimo Consiglio europeo, a fine giugno, meno di un terzo della platea aveva completato il ciclo vaccinale».

Negli ultimi quattro mesi, l’Italia ha dunque vaccinato metà della popolazione con più di 12 anni, ricorda Draghi. Si tratta di «uno sforzo straordinario, per cui dobbiamo essere grati al nostro sistema sanitario, a partire da medici e infermieri. Voglio inoltre ringraziare ancora una volta tutti i cittadini che hanno scelto di vaccinarsi, in particolare i giovani e i giovanissimi. E chi ha deciso di farlo nelle scorse settimane, dopo aver superato le proprie esitazioni», aggiunge dopo le settimane di tensione e di polemiche legate alle proteste dei no-vax.
«La curva epidemiologica è sotto controllo grazie al senso di responsabilità dei cittadini - aggiunge il premier - Questo ci permette di mantenere aperte le scuole, le attività economiche e i luoghi della nostra socialità».

Il Consiglio europeo, conferma Draghi "riaffermerà il proprio impegno a contribuire alla solidarietà internazionale in materia di vaccini": è necessario «incrementare la fornitura di dosi ai Paesi più fragili, perchè possano proteggere i loro cittadini e per impedire l’insorgenza e la diffusione di nuove e pericolose varianti.
Solo il 2,8% di chi vive in un Paese a basso reddito ha ricevuto almeno una dose di vaccino, a fronte di quasi il 50% della popolazione mondiale». L’Italia, conclude Draghi, sta facendo la sua parte, triplicando le donazioni di vaccino, da 15 a 45 milioni di dosi, da distribuire principalmente attraverso il meccanismo COVAX: «a oggi, abbiamo assegnato più di 11 milioni di dosi: tra questi, circa tre milioni ciascuno a Vietnam e Indonesia, 1,5 milioni all’Iran e 700 mila a Libano, Yemen e Iraq».

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