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Turchia, Erdogan espelle 10 ambasciatori. Ci sono anche quelli di Usa, Germania e Francia

Hanno firmato appello in favore di un dissidente

Turkish President Recep Tayyip Erdogan speaks in Ankara

Gli ambasciatori stranieri in Turchia mobilitati per la liberazione del filantropo Osman Kavala, tra cui i rappresentanti di Usa, Francia e Germania, saranno dichiarati «persona non grata». Lo ha annunciato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.

La minaccia di provvedimenti seri contro i capo missione ad Ankara era già stata espressa dallo stesso Erdogan. «Ho ordinato al nostro ministro degli Esteri di dichiarare al più presto questi 10 ambasciatori come persona non grata», ha detto il presidente nel corso di una visita in Turchia centrale, senza però dare una data precisa sulla possibile espulsione dei diplomatici.
Il filantropo Osman Kavala è detenuto nel carcere di Silivri, non lontano da Istanbul, da oltre 1.400 giorni con l’accusa di aver organizzato gli scontri avvenuti per il parco Gezi nel 2013 e di essere un uomo di fiducia del magnate George Soros in Turchia. Gli ambasciatori di Stati Uniti, Francia, Germania, Olanda, Canada, Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Nuova Zelanda avevano lanciato un appello congiunto per far valere una sentenza dello scorso 10 dicembre della Corte europea dei diritti umani, che ha dichiarato illegittima la detenzione di Kavala, rilevando violazioni dei diritti del filantropo e chiedendone la scarcerazione, mai avvenuta. Ankara ha ritenuto e continua a non ritenere vincolante la decisione della Corte di Strasburgo, che aveva accolto le richieste degli avvocati del filantropo.
Kavala è fondatore dell’organizzazione Anadolu Kultur, da sempre impegnata nella promozione di arte, cultura e nella lotta alla violazione dei diritti dell’uomo. E’ stato per anni un interlocutore delle istituzioni europee. E’ stato rinviato a giudizio con una richiesta di ergastolo per le proteste del 2013 per il parco Gezi, che secondo il pubblico ministero puntavano a rovesciare il governo. Kavala ha già annunciato che non prenderà parte alle udienze del processo, ritendolo non equo.

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