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Spariti due milioni da caserma dei carabinieri a Napoli, sospettato un militare in pensione

Sarebbe stato il carabiniere subentrato al collega andato in pensione ad accorgersi che qualcosa nei conti della caserma non andava e a segnalare ai vertici che dalle casse del Comando Legione Carabinieri "Campania» di Napoli mancava una cifra importante, una somma che, secondo una stima, si aggirerebbe sui due milioni di euro. E’ affidato alla Procura militare partenopea il coordinamento delle indagini sull'ingente ammanco nei conti della caserma "Salvo d’Acquisto" che vede, al momento, nel mirino degli investigatori del comando provinciale di Napoli, un militare in quiescenza nei confronti del quale viene ipotizzato il reato di peculato militare.

Il carabiniere svolgeva un ruolo amministrativo che può essere affidato a carabinieri di diverso grado ma, secondo quanto si è appreso, l’indiziato "numero uno" sarebbe al massimo un sottufficiale, un sovrintendente. Il collega che ha preso il suo posto si sarebbe accorto delle anomalie analizzando i registri e non si esclude che sia anche riuscito a dare importanti indizi ai colleghi che si stanno pure occupando di capire dove siano stati distratti. I conteggi, comunque, sono ancora in corso: si sta passando al setaccio tutta la documentazione trattata nel corso degli anni dall’indagato e, a quanto pare, la cifra accertata - sulla quale si sta ancora tenendo uno stretto riserbo - sarebbe veramente cospicua. Non solo. Al momento gli inquirenti non escludono neppure che quella cifra possa addirittura lievitare. A guidare il Comando Legione Carabinieri «Campania» è il generale Antonio Jannece, che ha assunto la guida il 6 settembre scorso durante una cerimonia alla quale hanno preso parte i vertici dell’Arma. Proprio in quel mese sarebbe stato scoperto l'ammanco sul quale sono in corso indagini. Ancora da accertare, comunque, le modalità adottate per sottrarre il denaro sebbene sembri piuttosto plausibile che i prelievi siano avvenuti in modo graduale per non suscitare allarmi. Della vicenda è stato subito avvertito il Comando Generale dell’Arma.

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