Entro l’anno la terza dose per anziani e personale sanitario, poi da gennaio al resto della popolazione: è questa, nelle parole del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, la road map per la somministrazione del nuovo richiamo. Per evitare la risalita dei contagi, la strategia che si va profilando è assicurare una protezione più robusta, oltre che spingere sui nuovi vaccini, cercando di intercettare una parte dei 7,5 milioni di italiani che ancora mancano all’appello.
C'è un incremento lento e costante dei nuovi positivi, solo in parte spiegabile con il boom dei test diagnostici spinto dall’obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro (ieri oltre un milione quelli scaricati). I contagi sono stati 3.700 mercoledì scorso (tasso di positività allo 0,7%), 3.900 sabato (tasso allo 0,8%), oggi 4.054 (tasso allo 0,6%), individuati con un numero di tamponi che è tornato a superare i 600mila. Sono 48 le vittime, anche se nel bilancio rientrano dodici decessi che in realtà si riferiscono a periodi precedenti. «La ricerca e i vaccini ci hanno ridato spazi di libertà e la possibilità di riprendere in mano le nostre vite», ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che è tornato a sottolineare l'importanza della vaccinazione e ad ammonire gli irriducibili: "Non possono prevalere i pochi che voglio imporre le loro teorie antiscientifiche, con una violenza a volte insensata».
«Gli italiani - ha quindi aggiunto il Capo dello Stato - hanno dimostrato responsabilità». Sono 44,5 milioni quelli hanno completato il ciclo vaccinale, e altri due milioni hanno fatto almeno una dose, oltre l’86% della popolazione vaccinabile (over 12). Mentre vanno avanti le terze dosi per le categorie finora previste: sono 1.146.894 secondo i dati aggiornati a questo pomeriggio, tra dose addizionale, destinata alle persone più fragili, e «booster», ossia l’ulteriore richiamo somministrato a 6 mesi dall’ultima dose. E’ su questi ultimi che ci si sta concentrando ora. «Entro l'anno - ha spiegato Sileri - si procederà a somministrare la terza dose per anziani e personale sanitario. Poi da gennaio al resto della popolazione, scaglionato in base a quando è stata somministrata la prima e la seconda dose». Nulla di strano, ha spiegato l’immunologo Sergio Abrignani, intervistato da Repubblica, «la maggior parte dei vaccini che conosciamo prevedono tre dosi. Adesso è giusto dare la precedenza a chi ha più bisogno, poi l’ulteriore richiamo potrà essere esteso a tutti». E’ prudente il direttore dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia: «La terza dose va bene per gli anziani, gli immunocompromessi, ma sarei molto cauto nell’ampliare la platea. Vediamo come va la curva». «Le Regioni sono assolutamente pronte» per la terza dose, ha assicurato il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, «se la parte scientifica dirà che è utile farla anche per fasce più ampie di età, noi ci siamo». E’ probabile anche il richiamo per i vaccinati con il monodose J&J: il ministero della Salute ha chiesto indicazione della Commissione tecnico consultiva dell’Aifa, che di riunirà il 28. Sotto la lente anche la possibilità di utilizzare un vaccino a mRna, Pfizer o Moderna. Per una nuova somministrazione non sarebbe necessario aspettare che sia trascorso il periodo di sei mesi. Dal canto suo l’azienda farmaceutica spiega le risposte anticorpali generate dal vaccino a dose singola «sono rimaste robuste e stabili per otto mesi dopo l’immunizzazione" mentre «il richiamo a 6 mesi ha dato un aumento degli anticorpi di 12 volte». Il via libera al booster è già arrivato negli Stati Uniti, dove la Fda ha raccomandato la nuova somministrazione a tutte le persone dai 18 anni in su. Ora, in attesa che anche l’Agenzia del farmaco europea (Ema) si pronunci sull'argomento, l’Aifa potrebbe dare il suo parere già nei prossimi giorni.
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