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Coronavirus, secondo uno studio israeliano l'immunità di gregge si riduce dopo sei mesi

Lo studio ha ora analizzato le infezioni verificatesi durante il picco estivo, vagliando i dati di 5 milioni di persone che erano stata vaccinate completamente con due dosi prima dell’estate.

La protezione offerta del vaccino contro Covid-19 cala dopo circa sei mesi dalla vaccinazione e continua a ridursi progressivamente fino a esporre al rischio di incorrere nell’infezione, specie laddove è più diffusa la variante Delta. È quanto emerge da uno studio condotto da diverse istituzioni israeliane, compreso il ministero della Salute, pubblicato sul New England Journal of Medicine. Israele è stato il primo Paese al mondo ad avviare una campagna di vaccinazione di massa contro Covid-19.

Nonostante gli alti tassi di copertura vaccinale, da giugno i casi di infezione hanno ripreso a crescere di pari passo alla diffusione nel Paese della variante Delta, inducendo il governo a indicare una terza dose di richiamo già a partire da agosto. Lo studio ha ora analizzato le infezioni verificatesi durante il picco estivo, vagliando i dati di 5 milioni di persone che erano stata vaccinate completamente con due dosi prima dell’estate.

Tra l’11 e il 31 luglio in questa popolazione si sono verificati 13.426 casi di Covid-19, 403 dei quali severi. «Il tasso di infezione da SARS-CoV-2 ha mostrato un chiaro aumento in funzione del tempo trascorso dalla vaccinazione», scrivono i ricercatori. Per esempio, tra gli ultra-sessantenni vaccinati a gennaio, il tasso di infezione è stato di 3,3 per 1.000 persone, in quelli vaccinati a febbraio si scende a 2,2 infezioni per 1.000 persone, in quelli vaccinati a marzo si arriva a 1,7 infezioni per 1.000.

Per i ricercatori è la prova che la recrudescenza estiva di Covid-19 è stata causata, non dall’inefficacia del vaccino contro la variante Delta, ma da un progressivo calo della protezione acquisita: «Se non ci fosse un calo dell’immunità, non ci sarebbero differenze nei tassi di infezione tra le persone vaccinate in momenti diversi», spiegano. I risultati dello studio, secondo i ricercatori, supportano dunque la decisione di avviare la somministrazione della terza dose di vaccino presa dalle autorità di Israele, Paese dove oggi si registrano meno di mille casi di Covid-19 al giorno.

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