Gli aerei sono autorizzati, i piloti pure, ma la natura della compagnia — una start up decollata da pochi giorni — non consente a Ita Airways di muoversi in condizioni di bassa visibilità se non è passato un certo periodo di rodaggio. A scoprirlo sono stati i passeggeri di otto voli — stando all’analisi del Corriere sui siti web specializzati — che la mattina del 22 ottobre invece di atterrare all’aeroporto di Milano Linate sono stati dirottati altrove per nebbia, sette velivoli a Malpensa e uno a Genova. Negli stessi minuti, però, altri aerei di differenti aviolinee si muovevano senza particolari problemi nel «city airport» meneghino.
Che succede alla compagnia che il 15 ottobre ha preso il posto di Alitalia? Le regole dell’Icao, l’ente Onu per l’aviazione civile — poi recepite dall’Easa (l’agenzia europea per la sicurezza aerea) e quindi dall’Enac (il nostro Ente nazionale per l’aviazione civile) — stabiliscono un periodo di «rodaggio», generalmente di sei mesi, nel quale un nuovo vettore può muoversi soltanto in condizioni di visibilità soddisfacente.
Questo per Ita Airways significa effettuare operazioni in «Categoria I» che — documenti alla mano — prevedono l’«avvicinamento strumentale di precisione e l’atterraggio» con una visibilità generale «non inferiore a 800 metri o portata visiva della pista non inferiore a 550 metri»
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