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Covid, in Italia variante Delta nel 99% dei casi. Iss: rischio di ospedalizzazione per i non vaccinati

In Italia il 99,9% dei sequenziamenti depositati negli ultimi 45 giorni, è riconducibile alla variante Delta. Già il bollettino Iss del primo ottobre ne registrava il 98,4%. E’ quanto riferisce l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità sulle varianti in Italia. Nel mese di settembre, sebbene i dati siano ancora in fase di consolidamento, sono stati segnalati poco più di 7000 genotipizzazioni/sequenziamenti da casi confermati di infezione da SARS-CoV-2 al Sistema di Sorveglianza Integrata COVID-19, pari al 5,7% dei casi confermati segnalati nello stesso periodo, valore superiore alla soglia minima richiesta del 5%.

Negli ultimi 45 giorni (11 settembre - 25 ottobre), i casi di infezione da virus SARS-CoV-2 causati dalla variante delta continuano ad essere i più frequentemente segnalati (92,2%) e diffusi su gran parte del territorio italiano. Si osserva per la prima volta la mancate segnalazione di casi dovuti alla variante Alfa e sono rari i nuovi casi di infezione causati dalla variante gamma e beta. La variante delta è caratterizzata da una maggiore trasmissibilità rispetto alla variante Alfa (tra il 40% e il 60%) ed un aumentato rischio di ospedalizzazione in particolare tra individui parzialmente vaccinati o non vaccinati. "È necessario continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti di SARS-CoV-2 ed in particolare la presenza di mutazioni riconducibili ad una maggiore trasmissibilità e/o associate ad una potenziale capacità di evadere la risposta del sistema immunitario» si legge nel report.

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