Sono i giovani e i giovanissimi a trainare la ripresa dei contagi in Italia. Nell’ultima settimana un caso su quattro riguarda persone sotto i 20 anni, e a fronte di un aumento dell’incidenza in tutte le fasce di età, quella a far segnare l’incremento maggiore è sotto i 12 anni, ossia la fascia ancora non vaccinabile. Lo rileva l’Istituto Superiore di Sanità nel report esteso aggiornato sul Covid pubblicato oggi. «Nell’ultima settimana - si legge nel report - si osserva un aumento dell’incidenza in tutte le fasce d’età; in particolare nella popolazione di età inferiore ai 12 anni, attualmente non elegibile per la vaccinazione, l’incidenza è più elevata rispetto alle altre fasce d’età». Nel dettaglio, nella popolazione 0-19 anni «nelle ultime tre settimane la distribuzione percentuale settimanale dei casi diagnosticati per fascia d’età risulta stabile. Il 47% dei casi è stato diagnosticato nella fascia d’età 6-11 anni, il 33% nella fascia 12-19 anni e solo il 13% e il 7% è stato diagnosticato, rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni In totale, nell’ultima settimana, il 24% dei casi sono stati diagnosticati nella popolazione di età inferiore a 20 anni».
Covid: ricerca, su bimbi e adolescenti effetti a lungo termine
Oltre agli adulti, anche i bambini e gli adolescenti sono spesso colpiti dal post-Covid: i sintomi e le malattie più documentati includono malessere, affaticamento improvviso, tosse, mal di gola e dolore al petto, ma anche ansia e depressione. Negli adulti, più comuni la perdita del gusto, febbre, tosse e problemi respiratori. Inoltre, a tre mesi dall’infezione, i pazienti che hanno avuto il Covid-19 avevano maggiori probabilità di avvertire nuovi sintomi di malessere fisico e psicologico, rispetto a quelli sani. A rilevarlo, è il primo studio basato sui dati forniti dalle assicurazioni sanitarie, coordinato dal Centro per l’assistenza sanitaria basata sull'evidenza (ZEGV) presso l’Ospedale universitario di Dresda e il Robert Koch Institute. I risultati sono stati pubblicati in un preprint sulla rivista EpidBull. «A livello internazionale, questo è uno dei primi e più grandi studi di coorte controllati sul post-covid. L’analisi ha incluso i dati di oltre 150.000 individui a cui è stato diagnosticato il covid-19 da un laboratorio medico nella prima metà del 2020, di cui 12.000 bambini e adolescenti. Per ogni persona infetta, sono stati inclusi nello studio cinque assicurati non infetti di età e sesso comparabili e con condizioni mediche preesistenti comparabili per un periodo di follow-up simile.