Allarme in Cina. Il ministero del Commercio ha creato scompiglio sul web per un appello rivolto alle famiglie a fare scorta di alcuni beni essenziali per l'inverno e la primavera. Seguito da un sollecito alle autorità locali a tutelare la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari. La dichiarazione, diffusa nella tarda serata di lunedì, ha infiammato le discussioni online e alimentato varie teorie tra i timori di un allargamento dell’epidemia di coronavirus, di un’ondata di freddo già prevista o addirittura di un aumento delle tensioni con Taiwan. In risposta all’ondata di panico, l'Economic Daily, testata sostenuta dal Partito comunista cinese, ha invitato i netizen a non spingersi troppo oltre con l'immaginazione, dando un’interpretazione autentica della direttiva secondo cui lo scopo era solo quello «di assicurarsi che i cittadini non fossero colti alla sprovvista in caso di blocco» della loro zona. L’appello lanciato alla popolazione sembrerebbe dunque essere principalmente legato al rischio di una nuova emergenza Covid e alla politica della tolleranza zero adottata da Pechino. Come dimostrano i tamponi di massa scattati su 33 mila persone a DisneyLand di Shanghai, chiuso dopo un unico contagio. O l'operazione sul treno veloce diretto a Shangai e costretto la scorsa settimana a fermarsi, evacuare tutti gli oltre 200 passeggeri a bordo e trasferirli nei centri Covid dopo, anche in quel caso, un solo sospetto caso di contagio. La capitale, intanto, ha dimezzato i suoi voli nell’ambito della stretta contro i focolai di variante Delta, a meno di 100 giorni dalle Olimpiadi invernali. Come testimonia il sito di monitoraggio aereo VariFlight: un migliaio di voli, circa la metà di quelli da e per i due aeroporti della città (Capital e Daxing), sono stati cancellati. La commissione sanitaria locale, sollecitando la terza dose di vaccino e chiedendo di non lasciare la città se non in casi "assolutamente necessari», ha chiarito che i residenti partiti per viaggi d’affari o di piacere in aree con casi confermati dovrebbero «rinviare» il ritorno, causando malcontento sul web. Pechino ha riportato quattro nuovi contagi, tutti in una famiglia di Tiantongyuan, nel distretto di Changping. Di riflesso, l’area è stata etichettata come a 'medio rischiò con la chiusura di quasi venti scuole e test per circa 142.700 residenti. Lunedì sera, durante una riunione video, Cai Qi, potente capo del Partito comunista di Pechino, ha affermato che la città aveva segnalato un nuovo focolaio di gruppi familiari, esortando i funzionari a intraprendere immediatamente azioni per interrompere la catena di trasmissione, ha riferito il Global Times. A livello nazionale, i casi accertati ieri sono stati 71, di cui 54 legati alla trasmissione interna. Pochi in rapporto ad altri Paesi, troppi per la tolleranza zero.