Il nuovo protocollo sulla gestione delle quarantene che mira a evitare la didattica a distanza a scuola, a meno che in una classe non ci siano almeno tre positivi, suscita le ire dei sindacati non solo per i contenuti - troppe responsabilità scaricate sulle scuole e sui presidi - ma anche per il metodo scelto dal governo. «Parlano di condivisione ma il testo che è girato in questi giorni non ci è stato dato, abbiamo appreso i contenuti del nuovo documento oggi da alcune slide, non è questo il modo di fare informativa sindacale», attacca Graziamaria Pistorino, della Flc Cgil.
«Vorremmo più dialogo da parte del ministero dell’Istruzione», lamenta anche Maddalena Gissi della Cisl. "Non siamo stati coinvolti e siamo stati messi di fronte a decisioni unilaterali», sostiene Pino Turi della Uil. Il testo - che entrerà in vigore nelle prossime ore - è frutto del lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità, dei ministeri della Salute e dell’Istruzione con il contributo delle Regioni e rimane comunque quello circolato in questi giorni: niente dad se c'è un solo positivo, se sono due quarantena "selettiva" a seconda si sia vaccinati o meno, e si resta tutti a casa se i casi sono almeno tre.
Per salvaguardare il più possibile l’anno scolastico in presenza, in caso di contagi, il ricorso alla didattica a distanza verrà calibrato, e si darà peso a test e tracciamento: valgono il molecolare, quello rapido, o con prelievo salivare e analisi molecolare. Andranno effettuati il prima possibile e dopo cinque giorni, oltre che al termine dell’eventuale quarantena. A non piacere ai sindacati è il fatto che una serie di decisioni siano, a loro dire, scaricate sulle scuole, in particolare sulle figure del dirigente scolastico e del responsabile covid. Per placare le loro ire - il confronto di oggi pomeriggio, durato quasi tre ore, a quanto si apprende è stato a tratti incandescente - il ministero dell’Istruzione ha garantito l’emanazione, a brevissimo, di una circolare che dovrà spiegare in dettaglio i compiti delle scuole e dei dirigenti scolastici nel caso di casi di covid tra gli alunni o tra il personale.
I sindacati hanno chiesto che venga scritto nero su bianco che i dirigenti scolastici non sostituiranno le Asl nei loro compiti. «Ancora una volta si scaricano sulla scuola attività improprie, che dovrebbero essere fatte dall’autorità sanitaria. Il lavoro istruttorio, infatti, dovrebbero farlo le scuole senza averne esperienza nè competenza. Condividiamo solo l’obiettivo di evitare la dad ma ribadiamo che servirebbero i presidi sanitari negli istituti: il tracciamento è stato abbandonato e va ripreso, nè può farlo il personale della scuola», dice Turi. Mentre il sindacato Anief sostiene che i contagi sono in aumento nelle scuole, che i dati non vengono volutamente diffusi e con l'arrivo del freddo intenso sono alte le possibilità che anche l'Italia si ritrovi ad essere costretta ad una stretta sulle condizioni di svolgimento delle lezioni in classe. (ANSA).
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