Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla legge sulla concorrenza. «Il provvedimento di oggi contiene poi molte misure utili, in un ampio raggio di settori. Adempiamo a tutti gli obblighi che avevamo assunto con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza». Lo ha detto il premier Mario Draghi introducendo in Consiglio dei ministri l’esame del ddl sulla concorrenza. «La tutela della concorrenza - ha sottolineato il premier - non si ferma comunque a questo disegno di legge. È un obiettivo trasversale a tutta la politica economica del Governo. Ne sono esempi la legge sulle lauree abilitanti, prevista dal precedente esecutivo, e la recente apertura delle tratte a medio e lunga percorrenza per i bus».
Il contenuto: ecco la sintesi dei 32 articoli
E’ composto da 32 articoli il testo approvato dal consiglio dei ministri e contiene norme che interessano telecomunicazioni, taxi, colonnine di ricarica e Rc auto. La norma sulla revisione delle concessioni per spiagge e ambulanti è stata stralciata così come quella sulla mobilità dei notai. Obiettivo del ddl si legge nel primo articolo, è "promuovere lo sviluppo della concorrenza, anche al fine di garantire l’accesso ai mercati di imprese di minori dimensioni", oltre che "rimuovere gli ostacoli regolatori, di carattere normativo e amministrativo, all’apertura dei mercati" e "garantire la tutela dei consumatori". Sugli stabilimenti balneari si è preferito prendere tempo e il provvedimento si limita fornire al governo la delega per adottare un decreto legislativo "per la costituzione di un sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici, al fine di promuovere la massima pubblicità e trasparenza, anche in forma sintetica, dei principali dati e delle informazioni relativi a tutti i rapporti concessori". In sostanza come per il catasto verrà avviato un censimento per conoscere nel dettaglio chi gestisce cosa, la durata delle concessioni stesse, i canoni versati. Tra le principali novità in arrivo c'è una stretta sui poteri di nomina dei dirigenti ospedalieri. Sul fronte dei taxi il governo viene delegato a emanare un decreto legislativo per la revisione della disciplina. E’ bastato quest’annuncio per accendere la protesta della categoria.
Concessioni
«Mappiamo tutte le concessioni in essere, come quelle relative alle spiagge, alle acque minerali e termali, alle frequenze. Si tratta di un provvedimento analogo a quanto ci apprestiamo a fare con il catasto. I cittadini potranno così verificare quanto ciascun concessionario paghi per esercitare la sua attività. Ci aspettiamo che questo esercizio metta in evidenza la frammentazione delle competenze tra amministrazioni centrali e territoriali e la scarsa redditività per il Governo della maggior parte delle concessioni».
Sanità: novità per i dirigenti medici
«In materia di salute abbiamo modificato i criteri di accreditamento e convenzionamento delle strutture private, per valorizzare la qualità dei servizi offerti. Abbiamo modificato le modalità di selezione della dirigenza medica, per basarla su criteri certi e limitare la discrezionalità». Il «rispetto del principio della parità di genere» dovrà essere assicurato nelle nomine dei dirigenti medici nella sanità e nelle procedure di nomina per le autorità indipendenti. E’ una delle modifiche che, a quanto si apprende, sarebbero state apportate dal Consiglio dei ministri al ddl sulla concorrenza.
I tassisti faranno le barricate
Con il ddl sulla concorrenza "approviamo una delega per il riordino dei servizi pubblici locali, e una per il riordino dei servizi di mobilità urbana non di linea. Abbiamo inoltre modificato alcune norme in materia di gestione dei rifiuti». Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo intervento. Ancora una volta sono pronti a scendere in piazza «perché noi siamo una delle ultime categorie che protesta per affermare i propri diritti, siamo una sacca di critica sociale nei confronti di un lavoro che si vuole privato di diritti». I tassisti italiani sono di nuovo sul piede di guerra e questa volta la scintilla che rischia di accendere la protesta di chiama Ddl Concorrenza. «L'ipotesi di introdurre il comparto del trasporto pubblico non di linea nel ddl concorrenza è per noi inaccettabile. Siamo pronti alla mobilitazione», annunciano uniti Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claai, Unimpresa, Usb taxi, Or.S.A taxi, Ati Taxi, Fast Confsal e Associazione Tutela Legale Taxi.
E spiegano: «La normativa che disciplina il settore è già stata profondamente revisionata e adeguata nel 2019, e ha abbondantemente superato il vaglio di legittimità della corte costituzionale, allora presieduta dal Ministro Marta Cartabia. Ad oggi occorre solo concludere l’iter di riforma con l'approvazione dei previsti decreti attuativi e di un DPCM per la disciplina delle app, già nella disponibilità legislativa della Presidenza del Consiglio». Per i sindacati «la possibilità che le istituzioni possano cedere alle pressioni esercitate da gruppi di interesse e alle fameliche mire di grandi multinazionali che gestiscono piattaforme di intermediazione tecnologica, abbandonando così i lavoratori del settore a ricatti e sfruttamento, trasformandoli di fatto da drivers in riders, vedrà la nostra ferma e dura opposizione e la nostra mobilitazione».
Non è la prima volta che i tassisti sono pronti a scendere in piazza scioperando per rivendicare i loro diritti: era luglio del 2006 quando l’allora ministro Bersani del governo Prodi tentò di liberalizzare le licenze taxi ma senza risultato, dopo i forti tumulti in tutte le città. Nel 2012 ci provò anche l'allora governo Monti, un tentativo che andò a vuoto dopo le prese di posizione di sindacati e categoria. Nel 2017 la senatrice Pd Linda Lanzillotta, governo Renzi, con un emenadamento approvato di notte, sospese per due anni tutte le regole per gli Ncc: anche in quel caso, i tassisti protestarono a lungo. In seguito, il governo giallo-verde riscrisse nuovi regolamenti per il settore mai entrati in vigore per la mancanza de decreti attuativi tanto attesi dai tassisti, come ad esempio, la famosa e più volte richiesta regolamentazione delle piattaforme di intermediazione tra tassisti, noleggiatori e utenza. «Sono più di 15 anni che tra decreti e emendamenti viviamo una situazione lavorativa che non ci garnatisce serenità - spiega Alessandro Genovese, responsabile nazionale dell’Ugl taxi, sempre in prima linea per rivendicare i diritti delle auto bianche - Garantiamo le regole previste dal servizio pubblico, come la tariffa amministrata che non varia a seconda del mercato, come avviene per le piattaforme gestite da multinazionali che non si fanno scrupolo di alzare i prezzi quando c'è maggiore richiesta e nei momenti d’emergenza, sfruttando i lavoratori; abbiamo l’obbligo di garantire il servizio a tutti, a prescindere dalla convenienza della corsa; e voglio ricordare il lavoro svolto con abnegazione dalla nostra categoria durante tutta la pandemia quando abbiamo trasportato, spesso anche gratis medici, infermieri, malati, medicinali, garantendo il servizio h24, anche quando i mezzi pubblici dovevano rimanere fermi. Siamo stanchi, chiediamo che le regole a cui siamo sottoposti valgano per tutti. Se il governo non ascolterà le nostre ragioni scenderemo in piazza con le nostre famiglie».
Concorrenza: stop servizi telefonia premium senza consenso
Le compagnie telefoniche devono acquisire la prova del previo consenso del cliente prima di addebitare costi di servizi in abbonamento offerti da terzi. Lo prevede il ddl Concorrenza, per contrastare il persistente fenomeno delle attivazioni inconsapevoli, fraudolente e irregolari. Si stabilisce il divieto anche di attivare senza il consenso espresso e documentato dell’utente servizi in abbonamento da parte degli stessi operatori o di terzi, inclusi quelli per contenuti digitali forniti con SMS e MMS, sia tramite connessione dati, con addebito su credito telefonico o documento di fatturazione.
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