Sabato 16 Novembre 2024

Manovra finanziaria e Pnrr al centro del consiglio nazionale della Cisal

Francesco Cavallaro

Dal 9 all’11 novembre 2021 a Pomezia il Consiglio Nazionale della Cisal, quarto sindacato d’Italia, primo tra gli autonomi. Al centro del Consiglio della Confederazione guidata dal segretario generale, Francesco Cavallaro, la manovra finanziaria 2022: “Non ci soddisfa - spiega Cavallaro - soprattutto nella declinazione legata a giovani, pensioni e fisco. Il nostro Paese ha fame di lavoro, di lavoro vero, un lavoro stabile, adeguatamente retribuito, e non sempre più precario come tutte le statistiche ci confermano. E la risposta non può essere quella di imporre austerità, rinnovi contrattuali irrisori, trattamenti pensionistici taglieggiati e misure fiscali che rischiano di favorire i contribuenti che guadagnano di più. Servono più risorse per riformare il sistema previdenziale e tagliare le tasse su pensioni e redditi da lavoro. Quota 102/103/104 e via dicendo sono solo dei palliativi. Inaccettabile, poi, l’uscita anticipata immaginata dal presidente dell’Inps, utile solo a fissare bene in mente ciò che sarà la realtà, terribile, delle pensioni esclusivamente contributive tra qualche anno. Il 60% di chi è entrato nel mondo del lavoro negli anni 90, avrà una pensione inferiore alla soglia di povertà se non si rimette in discussione il sistema di calcolo. Questa è la vera bomba sociale. E poi il Pnrr. La Cisal è al Tavolo Permanente per il Partenariato Economico, Sociale e Territoriale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, istituito proprio nell’ambito dell’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. E’ un’occasione straordinaria di sviluppo se sapremo sfruttarla con attenzione e lungimiranza. Sanità, trasporti, scuola, infrastrutture, turismo, ambiente. Non è una questione di progetti ma come questi verranno portati avanti e concretizzati. Tra gli obiettivi del piano proprio la riduzione del gap tra nord e sud. Un divario che la pandemia da Covid-19 e la relativa crisi economica hanno accentuato andando a colpire principalmente le fasce sociali più basse e fragili che già prima dello scoppio della pandemia erano in ginocchio e concentrando, e cito appunto i dati Svimez, le perdite di occupazione soprattutto tra i giovani, le donne e nel Mezzogiorno. E poi ci sono le infrastrutture non adeguate. I servizi non adeguati. La sanità, drammatica, sia in termini di livelli di assistenza che di prevenzione. L’istruzione. La cultura. La burocrazia. Sempre ad arrancare. Sempre con il segno meno. E allora è evidente che qualcosa non ha funzionato ed il Sud resterà sempre la ‘questione’ se non si affronteranno, in modo risolutivo, i problemi di fondo, senza ricorrere a provvedimenti eccezionali o continuamente emergenziali, ma programmando con serietà, e monitorandone l’attuazione con rigore, le scelte fondamentali che potranno servire, nel tempo, da volano per una rinascita meridionale. E in questo la gestione del Pnrr sarà fondamentale”.

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