L’Italia resta ancora tutta in bianco, malgrado tutti i parametri Covid siano in netta crescita. Lo si evince dai dati della cabina di regia per il monitoraggio settimanale, riunita questa mattina. Nessuna Regione ha superato i tre parametri per la zona gialla, ossia l’occupazione delle aree mediche oltre il 15%, quella delle terapie intensive oltre il 10% e l’incidenza settimanale oltre 50 casi per centomila. Ma tutte, eccetto la Calabria, sono classificate a rischio moderato, con il Friuli Venezia Giulia ad alta probabilità di progressione a rischio alto.
Proprio la Regione del nord-est, teatro delle proteste No Pass delle ultime settimane, è la più attenzionata: incidenza-monstre a 233 casi per centomila (la settimana precedente era a 139,6), Rt a 1,7, e terapie intensive già sopra soglia al 10,9%: a «salvarla» è il dato dei ricoveri ordinari, al 9,9%. Ma potrebbero bastare pochi giorni, a questi ritmi, per superare la soglia del 15%. D’altra parte solo tre Regioni, Basilicata, Molise e Puglia, hanno un’incidenza sotto la soglia di rischio di 50: peggio del Friuli fa la Provincia di Bolzano, schizzata a 313,3 casi per centomila. Incidenza alta anche in Veneto, 115,3, mentre Lazio e Marche, a seguire, sfiorano i 90 casi per centomila. Tornando ai ricoveri, preoccupano anche le Marche, dove le terapie intensive sono proprio sul filo del 10%, ma le aree mediche sono occupate al 7,2%, mentre la Provincia di Bolzano si avvicina alla soglia per i ricoveri ordinari con il 13,6% di posti occupati, ma con le terapie intensive al 6,3%.
In salita ricoveri e terapie intensive
All’11 novembre, il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 4,4% rispetto al 4,0% della rilevazione giornaliera al 4 novembre. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 6,1% (rilevazione all’11 novembre) rispetto al 5,3% al 28 ottobre. Venti Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, una Regione è ad alta probabilità di progressione a rischio alto secondo il DM del 20 aprile 2020, mentre 11 Regioni/PPAA riportano un’allerta di resilienza. Nessuna riporta molteplici allerte di resilienza. In forte aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (11.001 vs 8.326 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in diminuzione (34% rispetto al 35% della scorsa settimana). È in aumento anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% rispetto al 47%). Rimane stabile la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (18%). I valori si mantengono comunque sotto la soglia di allerta fissata al 10% e al 15%.
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Incidenza a 78 e Rt a 1,21
L’incidenza settimanale a livello nazionale continua ad aumentare: 78 per 100mila abitanti (05/11/2021-11/11/2021) contro 53 per 100mila abitanti della scorsa settimana (29/10/2021-04/11/2021, dati flusso Ministero Salute). Sale anche l’indice di trasmissibilità Rt: nel periodo 20 ottobre - 2 novembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,21 (range 1,08 - 1,31), in aumento rispetto alla settimana precedente (quando è stato pari a 1,15) e stabilmente al di sopra della soglia epidemica. Lo evidenzia il monitoraggio della Cabina di regia, i cui dati sono comunicati dall’'Istituto superiore di sanità.
E’ stabile dunque e sopra la soglia epidemica, rileva il monitoraggio, l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,14 (1,1-1,19) al 2/11/2021 vs Rt=1,12 (1,06-1,17) al 26/10/2021). Si ritiene che le stime di Rt siano poco sensibili al recente aumento del numero di tamponi effettuati, poiché tali stime sono basate sui soli casi sintomatici e/o ospedalizzati.
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