Venerdì 22 Novembre 2024

Coronavirus, timori in vista del Natale. Di Maio: "Green pass unico modo per non fermare tutto"

"Il green pass era l'unico strumento che avevamo per non fermare di nuovo l'economia". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

"Siamo all'86% di italiani che hanno avuto almeno una dosa, gli altri Paesi europei stanno più indietro e per questo ora stanno introducendo misure drastiche", ha aggiunto dicendosi "preoccupato per i contagi in vista del Natale".

"Noi faremo tutto quello che serve per lasciare aperto il Paese", ha detto ancora Di Maio. "Se la comunità scientifica mi dice che dobbiamo farci la terza dose, noi lo facciamo, siamo pronti", ha sottolineato il ministro.

Ricciardi: "Sanzioni ai no vax e via il Green pass se si rifiuta la terza dose"

Non ci sarà il lockdown, neppure parziale: lo dice in un'intervista a Il Messaggero il professor Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute, che indica una serie di possibili interventi per proteggere l'Italia dall'avanzata della quarta ondata che arriva da Est: sanzioni più rapide nei confronti di medici e infermieri No vax; analisi, Asl per Asl, per verificare se tra gli assistiti di un determinato studio medico ci siano molti non vaccinati, per correre ai ripari; spingere, in modo energico, sulle terze dosi, collegandole al Green pass: chi non completa con il richiamo il ciclo vaccinale riceve prima un' ammonizione e, se dopo due o tre mesi ancora non si mette in regola con l'iniezione di rinforzo, la certificazione verde perde di validità. Rispetto agli operatori sanitari No vax "è un problema serio in tutta Italia - commenta -. Quantitativamente il numero di medici e operatori sanitari in genere che rifiutano il vaccino non sono molti, ma possono causare danni enormi perché dispongono di un'ampia capacità di influenzare i pazienti, i propri assistiti". I vari ordini dei medici "devono agire, e spesso lo fanno. Ma le procedure vanno rese molto più snelle". Per spiegare agli italiani la necessità della terza dose, va chiarito che "a 180 giorni dalla seconda dose sei sì protetto dalle conseguenze gravi della malattia, ma molto meno dall' infezione". Se il numero dei contagi aumenterà "e se la campagna della terza dose andrà a rilento, allora sarà giusto pensare a strumenti più incisivi". Oltre che per gli operatori sanitari, la terza dose dovrà essere necessaria "per tutti coloro che lavorano a contatto con i fragili. Ad esempio gli insegnanti, visto che i bambini non sono protetti in quanto non possono essere vaccinati". Con la variante Delta "questa pandemia è cambiata, una persona infetta ne contagia in media altre sette. Per fermarla dovremmo raggiungere la vaccinazione della quasi totalità della popolazione".

leggi l'articolo completo