«Irresponsabili ed egoisti» ma soprattutto ben lontani dal Vangelo e dai valori della Costituzione. La Conferenza Episcopale Italiana è durissima nei confronti dei no-vax e non usa mezzi termini per condannare le proteste in Italia contro il Green Pass e i vaccini. Una presa di posizione, quella contenuta nel Messaggio per la Giornata della Vita, che è in scia con l’impegno della Cei, fin dall’inizio, per supportare la campagna vaccinale. Ma i toni usati oggi non hanno precedenti. I vescovi italiani prendono le distanze da quei sacerdoti che non si vaccinano (e in qualche caso si ammalano) e anche da tutte le persone che scendono in queste piazza, magari con il rosario in mano e pregando in ginocchio, come si è visto nel caso del portavoce dei portuali triestini Stefano Puzzer. O come l’ex Nunzio in Usa, monsignor Carlo Maria Viganò, che parla di «psico-pandemia» arrivando a dire, in un video che ha scatenato tante polemiche, che "uccidevano deliberatamente i contagiati per farci accettare mascherine, lockdown, coprifuoco». La Cei respinge tutto questo. Parlando innanzitutto delle "moltissime persone che sin dai primi giorni della pandemia si sono impegnate a custodire ogni vita, sia nell’esercizio della professione, sia nelle diverse espressioni del volontariato, sia nelle forme semplici del vicinato solidale», e ai quali va «la nostra gratitudine», ha poi aggiunto: «Non sono mancate, tuttavia, manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti. Molto spesso si è trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anch’esse in fondo vittime della pandemia; in altri casi, però, tali comportamenti e discorsi hanno espresso una visione della persona umana e dei rapporti sociali assai lontana dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione», evidenziano i vescovi. Nello stesso Messaggio per la 44a Giornata nazionale per la vita, che si celebrerà il 6 febbraio 2022, i vescovi italiani si pronunciano poi, ancora una volta, contro l’aborto e l'eutanasia: «Il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza - commenta la Chiesa italiana - non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione».